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L’Istat di Blangiardo esprime critiche al salario minimo

Salario Minimo

Se passasse la proposta del M5S  sul salario minimo ci sarebbe un aggravio per le imprese di 4,3 mld e per la Pa di 698 milioni. La platea degli interessati sfiora i 3 milioni che scende a 2,4 milioni se si escludono gli apprendisti

Quasi 3 milioni di lavoratori interessati per un aumento in busta paga di 1.000-1.073 euro all’anno e un aumento totale del monte retributivo di 3,2 miliardi. Sono le cifre che riguardano il salario minimo orario a 9 euro lordi – secondo la proposta allo studio della commissione Lavoro della Camera e fortemente voluta dal Movimento Cinque Stelle – forniti dal presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo. Durante l’audizione in commissione Lavoro a Montecitorio il capo dell’istituto di statistica ha pure rilevato che, al netto degli apprendisti, la platea dei dipendenti interessanti scende a 2,4 milioni. Ma vediamo nel dettaglio cosa ha detto Blangiardo.

L’AGGRAVIO PER LE IMPRESE

L’istituto di statistica per l’occasione ha fatto anche i conti in tasca alle imprese che in caso di salario minimo a 9 euro lordi pagherebbero 4,3 miliardi in più. “L’analisi dell’impatto dell’incremento retributivo medio annuo stimato sugli aggregati economici delle imprese con dipendenti (circa 1,5 milioni) – ha riferito Blangiardo – consente di evidenziare un aggravio di costo pari a circa 4,3 miliardi complessivi, che, se non trasferito sui prezzi, porterebbe a una compressione di circa l’1,2% del margine operativo lordo”.

L’AGGRAVIO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Sul fronte della Pubblica amministrazione, invece, l’onere per le casse crescerebbe di quasi 700 milioni, precisamente di 698 milioni. “I consumi finali delle amministrazioni pubbliche, corrispondenti agli acquisti di beni e servizi da parte dell’operatore pubblico che vanno alle famiglie in forma di trasferimenti sociali in natura, aumentano di 472 milioni, mentre l’incremento degli acquisti per consumi intermedi delle amministrazioni pubbliche è pari a 226 milioni” ha evidenziato il presidente dell’Istat che ha però notato pure come non tutti i 698 milioni andrebbero a costituire indebitamento perché bisognerebbe conteggiare anche le entrate derivanti da un aumento del monte retributivo.

LE DIFFERENZE SALARIALI

Nel corso dell’audizione Bangiardo ha fornito pure alcuni dati relativi alle attuali retribuzioni orarie effettive spiegando che “per il lavoro agricolo abbiamo 6,08 euro, il valore di riferimento più basso, mentre per la parte dei lavoratori domestici si va da 4,06 euro a 8,21 per il livello apicale”. In sede di replica ha poi precisato che l’istituto di statistica comunica numeri che fotografano il Paese e che ci sono “tanti fattori influiscono sulle retribuzioni” la cui variabilità dipende da “mercato, competenze, capacità, domanda”. “Il nostro compito – ha aggiunto – è quello di dare una corretta informazione anche rispetto alla disuguaglianza. Poi se il Parlamento decide che non va bene farà ciò che è necessario fare per allineare la paga”.

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