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Litio e non solo, perché la Russia vuole il Donbass (e ciò che sta sotto)

Donbass Litio

Non c’è solo l’accesso al mare che fa gola a Putin: nel sottosuolo del Donbass un tesoro di materie prime sempre più rare, sempre più care, dal litio all’oro

Un quinto del PIL ucraino, prima che avesse luogo l’invasione russa del 2014, proveniva dal Donbass e, in particolar modo, dal suo sottosuolo. Ben si capisce, insomma, perché cestinata l’idea di una offensiva su larga scala iniziata a fine febbraio colpendo la capitale, i generali di Vladimir Putin ora stiano concentrando le truppe sul Donbass. Certo, la Russia vuole il proprio corridoio sicuro che la porti fino mare, ma vuole anche accaparrarsi le ricchezze minerarie della regione, sia per rifarsi delle spese di guerra, sia, sul lungo termine, per aumentare il proprio peso di player fondamentale di un mercato cruciale per tutto il mercato dell’hi-tech, dai computer agli smartphone, fino alle auto elettriche.

IL TESORO NON TROPPO SEGRETO DEL DONBASS

Come riporta il Corriere della Sera, in tutta l’Ucraina “sono censiti 20 mila depositi e siti minerari, che comprendono 97 tipi di minerali. Più di 8 mila depositi sono stati testati e quasi la metà sono attualmente in fase di estrazione. Per un valore stimato complessivamente in 7,5 trilioni di dollari”, la maggior parte proprio nel Donbass cui si deve il 90% delle forniture ucraine di gas neon, responsabili per il 60% delle esportazioni globali e decisive per il mercato dei microchip. Non a caso, il blocco delle forniture di neon al mercato globale, viene saggiamente sottolineato su Start Mag, ha aggravato la crisi dei semiconduttori che peraltro ha in quella Taiwan sempre più assediata dalla Cina la propria chiave di volta.

LE MIRE DEI RUSSI NEL DONBASS, DAL CARBONE AL LITIO

Secondo i geologi, nel sottosuolo del Donbass, per un fortuito susseguirsi di circostanze dovute al modo in cui si è modellato in miliardi di anni il pianeta, ci sono giacimenti da 100 miliardi di tonnellate di carbone, depositi di gas e, nella zona di Lugansk-Lisychansk, giacimenti di petrolio.

È poi noto che il bacino del Dnepr custodisce la più grande quantità di manganese in Europa, il 20% delle risorse globali di grafite e il 18% di  caolite. Ma oggigiorno, con il mercato hi-tech che chiede batterie e semiconduttori, gli occhi di tutti sono puntati sulla provincia di Donetsk, e nei dintorni di Mariupol, dove si trovano miniere con filoni di litio e di titanio (20% del totale globale), oltre allo zirconio, al tantalio, niobio, berillio, mercurio, ferro, e pure all’oro, rinvenuto al confine con la Russia. Chi invade il Donbass, recupera un tesoro.

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