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Notre Dame, Sgarbi a PolicyMaker: non è un dramma. Ecco perché
Il critico d’arte Vittorio Sgarbi a Policy Maker: ieri a Parigi danno non reale, distrutte parti ricostruite nell’Ottocento
Se avessimo perso la Pietà di Michelangelo o una scultura di Bernini sarebbe stato molto peggio. L’incendio che ieri sera ha distrutto la guglia e il tetto della cattedrale di Notre-Dame, a Parigi, ha causato un danno spiacevole “ma non reale”. Vittorio Sgarbi, critico d’arte, saggista e politico, spiega a Policy Maker: la cattedrale dell’arcidiocesi della capitale francese è “un edificio devastato nei secoli, anche durante la Rivoluzione francese, e ricostruito nella seconda metà dell’Ottocento da Eugène Viollet-le-Duc, il più famoso falsario di architettura della storia”. Dunque è andato in fumo qualcosa che ha circa 150 anni di vita e non certo sette-otto secoli visto che la costruzione del monumento iniziò nel 1163 e finì nel 1344.
INTATTA LA PARTE PIÙ IMPORTANTE E ANTICA
“La parte più importante e antica ancora esistente, ovvero i portali della facciata, sono intatti – nota Sgarbi – e, come ha detto lo stesso presidente francese Macron, sono salvi il perimetro della chiesa e le strutture fondamentali. Nessun problema neppure per le due torri principali di accesso. Ora occorrerà ricostruire, e spero che lo facciano velocemente, come accaduto in Italia con il teatro La Fenice a Venezia, il teatro Petruzzelli a Bari, come le chiese di Venzone e di Gemona dopo il terremoto del Friuli. O come la cattedrale di Noto, in Sicilia“.
INCENDIO NOTRE DAME, NON UN 11 SETTEMBRE
Quella di ieri, insomma, non è una data che rimarrà nella storia “come l’11 settembre. Non si tratta neppure di un dramma come il terremoto, dove si registrano perdite di vite umane oltre a quelle di opere d’arte. Non c’è stato nessun morto – puntualizza il critico d’arte ferrarese -, l’incendio non è doloso né di matrice terroristica. Si è verificata una situazione comunque sgradevole che non richiedeva catastrofismo o spirito tragico” e in cui Sgarbi ha apprezzato “la capacità dei vigili del fuoco”.
Negli anni forse si è posta però poca attenzione sullo stato di salute di un monumento che è patrimonio dell’Umanità dell’Unesco dal 1991. “L’incidente – evidenzia – c’è stato proprio perché si è deciso di intervenire in quell’area e il corto circuito è nato sulle impalcature. Proprio la buona volontà del restauro, dunque, ha portato a quell’incidente”.