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I paesi dell’Europa che vendono armi alla Turchia
Quali sono i paesi membri dell’Ue che continuano a esportare armi in Turchia. L’articolo di Luca Martino
A sei giorni dall’inizio dell’attacco turco contro i curdi al nord della Siria, ieri dopo una giornata di trattative, i ministri degli Esteri europei hanno messo nero su bianco la parola “condanna” rivolta alla Turchia e si sono impegnati a prendere “posizioni nazionali forti rispetto alla politica di export di armi” verso Ankara.
CAUTI ALCUNI PAESI
Quello deciso ieri a Lussemburgo non è un embargo Ue in senso stretto ma una dichiarazione firmata da tutti e ventotto i governi dell’Unione con l’impegno allo stop nazionale.
Alcuni paesi hanno preferito restare cauti come il Regno Unito ed i Paesi più esposti in caso di una eventuale riapertura della Rotta balcanica per mano di Erdogan come Germania, i quattro paesi di Visegrad e la Bulgaria.
Si è arrivati così ad una dichiarazione che di fatto lascia ai governi libertà di scegliere tra stop alle commesse sugli armamenti in essere o solo a quelle future.
I DATI SULLE ESPORTAZIONI MILITARI DEI PAESI UE VERSO ANKARA
Andiamo a vedere nel dettaglio i dati relativi alle esportazioni militari dagli Stati membri dell’Unione ad Ankara negli ultimi anni:
Il Regno Unito nel 2017 ha venduto ad Erdogan materiale bellico per 660 milioni di euro; l’Italia è il terzo Paese che vende più armi alla Turchia dopo Qatar e Pakistan, infatti, nel 2018, secondo l’ultima relazione del Parlamento, ha autorizzato export di munizioni, bombe, missili e altre apparecchiature per 362,3 milioni, oltre il doppio rispetto al 2016.
La Francia nel 2018 ha venduto armi alla Turchia per 45,1 milioni di euro, mentre le esportazioni tedesche di armi in Turchia ammontavano a 243 milioni di euro, un terzo del totale delle esportazioni di armi.
I PAESI UE CHE HANNO SOSPESO LA VENDITA DI ARMI ALLA TURCHIA
Dopo l’Olanda, Norvegia e Finlandia, anche Germania e Francia hanno detto stop alle armi alla Turchia.
Ad annunciarlo per la Germania il Ministro degli Esteri Heiko Maas mentre per la Francia il Ministero degli affari esteri, che ha annunciato “la sospensione con effetto immediato di qualsiasi progetto di esportazione verso la Turchia di materiale da guerra che potrebbe essere utilizzato nell’offensiva in Siria”.
LA POSIZIONE DELL’ITALIA
L’Italia ieri ha ribadito la sua posizione sul blocco dell’export degli armamenti ed ha annunciato con il titolare della Farnesina Luigi Di Maio il decreto ministeriale sullo stop alle armi “per tutto quello che riguarda il futuro dei prossimi contratti e dei prossimi impegni”.
Oggi, durante l’audizione in Parlamento Di Maio ha annunciato di aver dato “disposizioni immediate per l’apertura di un’istruttoria inerente a tutti i contratti in essere ribadendo l’intenzione di esercitare pienamente tutti i poteri conferiti dalla legge”.