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Elezioni il 25 settembre. Come funziona la legge elettorale

Si andrà al voto il 25 settembre, con il Rosatellum, già definita da alcuni politici la «peggiore legge elettorale di sempre». E bisognerà tenere in conto anche le novità della riforma Costituzionale che ha ridotto gli scranni in entrambi i rami del Parlamento

Tra le varie norme incompiute che il governo Draghi, travolto dall’improvviso smottamento di due giorni fa in Senato, lascia in eredità, anche la nuova legge elettorale, destinata a non vedere mai la luce, almeno all’interno di questa legislatura. Il prossimo 25 settembre si voterà insomma rebus sic stantibus, con il nuovo mix dovuto dal combinato disposto della riduzione del numero dei parlamentari, approvata dal referendum costituzionale del settembre 2020, e del Rosatellum ( legge 3 novembre 2017, n. 165 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 264 dell’11 novembre 2017), il sistema elettorale attualmente in vigore, che prende il nome dal suo creatore, Ettore Rosato e prevede il 37% dei seggi assegnato col sistema maggioritario (collegi uninominali in cui viene eletto solo il candidato più votato), e il 61%  ripartito proporzionalmente tra i collegi plurinominali (i partiti presentano un listino bloccato, che non consente dunque le preferenze, e i seggi sono assegnati in base ai voti ottenuti da ciascuna forza politica). Il rimanente 2 per cento dei seggi  è assegnato con un sistema proporzionale che prevede le preferenze.

Si comprende perché sia una norma elettorale che spinga i partiti alla coalizione. Anche perché per evitare una eccessiva frammentazione, da sempre fonte di instabilità politica, lo sbarramento è al 3% dei voti su basi nazionale per i singoli partiti, mentre per le coalizioni al 10%.

La riforma costituzionale ha previsto la riduzione dei deputati da 630 a 400 e dei senatori elettivi da 315 a 200, imponendo un ridisegno dei collegi elettorali – sia di quelli plurinominali, sia di quelli uninominali – previsti da tale sistema. In tutto ciò occorre anche ricordare che l’età per il voto al Senato è stata portata da 25 a 18 anni.

rosatellum

Per la Camera si prevedono  49 collegi plurinominali, che eleggono con il sistema proporzionale 245 deputati (ogni partito o coalizione presenterà una lista di candidati e il numero di parlamentari eletto dipenderà in maniera proporzionale dal numero dei voti ottenuti) e 147 collegi uninominali, che eleggono altrettanti deputati con il sistema maggioritario, in cui ogni partito o coalizione presenterà un solo candidato o candidata. Sarà eletto chi prende anche un solo voto in più degli altri. Nelle circoscrizioni estere saranno assegnati altri 8 seggi. Per il Senato  sono previsti 74 collegi uninominali e 26 collegi plurinominali, che assegnano 122 seggi proporzionali. Quattro i seggi per rappresentare gli italiani all’estero.

Prima di chiudere, ricordiamo i correttivi a tutela di entrambi i generi: le liste nei collegi plurinominali devono essere composte da candidati secondo un ordine alternato per sesso mentre a livello nazionale per la Camera e a livello regionale per il Senato nessuno dei due generi può essere rappresentato per più del 60 per cento nelle candidature nei collegi uninominali e tra i capolista  nei plurinominali.

 

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