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Quanti soldi deve lo Stato alle imprese? Debiti per oltre 50 miliardi

Crescita Eurozona

Lo Stato impiega ancora troppo a saldare i propri debiti e molti imprenditori nel frattempo dichiarano bancarotta. Tutti i numeri dello studio della CGIA…

Si dice spesso che in Italia è difficile fare impresa per via del peso delle tasse. Non è del tutto vero, o meglio, rappresenta solo una parte del problema. Perché spesso è difficile fare impresa perché la Pubblica amministrazione, quando si rivolge ai privati, poi non li paga. E in molti fanno in tempo a fallire non potendo contare di crediti spesso vitali con cui pagare dipendenti e fornitori.

Sebbene i tempi di pagamento della nostra PA siano in calo, lo stock dei debiti commerciali, invece, è in costante aumento e sfiora ormai i 52 miliardi di euro, segnalano dalla CGIA. Un importo che include la parte corrente, ma non quella in conto capitale che, da una stima molto spannometrica, ammonterebbe ad altri 6/7 miliardi di euro. “Come mai – si chiedono gli analisti dell’Ufficio studi veneto -, nonostante i ritardi di pagamento stiano scendendo, il debito complessivo continua a crescere?”

La risposta è tanto semplice quanto sconfortante: perché molti pagamenti continuano a non essere ancora eseguiti; pertanto, questi insoluti vanno ad aumentare lo stock di debito accumulatosi negli anni precedenti. Secondo i dati presentati la settimana scorsa dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), ad esempio, l’anno scorso la nostra PA ha ricevuto dai propri fornitori fatture per un importo complessivo pari a 152,7 miliardi di euro, ma ne ha pagati 142,7, concorrendo ad aumentare il debito commerciale di altri 10 miliardi di euro.

QUANTO IMPIEGA LA PA A SALDARE I DEBITI?

Secondo i dati del MEF, nel 2020 le Amministrazioni dello Stato hanno pagato mediamente dopo 55 giorni circa dal ricevimento della fattura, gli Enti locali (Comuni, Unione di Comuni e Comunità montane) dopo 50 e le Regioni-Province autonome e gli altri Enti (principalmente fondazioni) dopo poco più di 30. Ricordiamo che la legge stabilisce che per questi settori il pagamento deve avvenire entro 30 giorni dal ricevimento della fattura. Gli unici 2 comparti che, invece, l’anno scorso hanno rispettato la legge sono stati la sanità, che sebbene possa pagare entro 60 giorni ha liquidato i fornitori mediamente dopo 45 giorni, e gli Enti Pubblici Nazionali (Camere di Commercio, Monopoli di Stato, Banca d’Italia, Poste, Università, Cassa Depositi e Prestiti, etc.), con un tempo medio di 28 giorni, in anticipo di 2 rispetto al termine previsto dalla normativa per questo comparto.

NESSUNO PEGGIO DI NOI IN EUROPA

Secondo l’Eurostat, il nostro è il dato peggiore fra tutti i 27 Paesi UE: rapportando i mancati pagamenti al Pil nazionale, in Italia l’incidenza si attesta al 3,1 per cento; la Spagna presenta uno 0,8 per cento (in termini assoluti il debito è pari a 9,5 miliardi di euro), la Francia l’1,4 per cento (33,2 miliardi di euro) e la Germania l’1,6 per cento (54,2 miliardi di euro). Tra i Paesi appena indicati, nell’annus horribilis della pandemia, i debiti commerciali di sola parte corrente sono diminuiti. In Italia, invece, hanno continuato a crescere, registrando un preoccupante + 6 per cento rispetto al 2019 (in valori assoluti pari a + 3 miliardi di euro).

 

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