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Riforma del Catasto: cos’è, cosa contiene e perché fa fibrillare la maggioranza

Invimit Riforma Del Catasto

Agguato di Forza Italia e Lega che votano assieme a Fratelli d’Italia per sopprimere la riforma del Catasto con cui il governo punta ad aggiornare l’anagrafe immobiliare. Ecco su cosa si litiga

L’unità esibita nel condannare unanimemente l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin è già cessata. Sulle faccende ci casa nostra, la maggioranza torna pericolosamente a traballare. E ‘casa nostra’ qui è più che un modo di dire, visto che la sbandata questa volta riguarda proprio le nostre abitazioni, ovvero la riforma del Catasto. Nella serata di ieri, giovedì 3 marzo, è stato bocciato l’emendamento soppressivo della novella con un solo voto di scarto. L’agguato alla riforma, che pure è già stata promessa a Bruxelles in quanto facente parte del pacchetto per ottenere i fondi del NextGenerationEu, è stato tentato dal centrodestra in commissione Finanze alla Camera. La riforma voluta dal governo si è salvata per un soffio e ora restano le tensioni, dato che FI, Lega e Fdi hanno votato a favore della proposta di soppressione: 22 voti a 23.

 

Lo scoramento è ben testimoniato da un cinguettio serale di Matteo Orfini (PD): “Il centrodestra ha votato contro il governo sulla riforma del catasto. Abbiamo tenuto per un solo voto. Un solo voto e saltava tutto. Mentre c’è una guerra, una pandemia e tutto quello che ne deriva”.

COSA C’È NELLA RIFORMA DEL CATASTO

La materia del contendere è l’articolo 6 della legge delega per la riforma fiscale, con cui il Parlamento intende demandare all’esecutivo il compito di occuparsi della materia. Si chiede al governo di intervenire sulla “modifica della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale, al fine di modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati, e un’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati in tutto il territorio nazionale, da rendere disponibile a decorrere dal 1° gennaio 2026″.

Spetterà dunque al governo e non al Parlamento trovare e organizzare modelli finalizzati a facilitare la circolazione e la condivisione di documenti tra gli uffici comunali e l’Agenzia delle Entrate, così da aggiornare la stessa anagrafe catastale, che molto spesso non tiene conto dei lavori di restauro degli immobili o della rivalutazione di intere zone. Si prevede infatti che, oltre alla rendita catastale, per ciascun immobile venga determinato il valore patrimoniale e una rendita calcolata sui parametri del mercato. Chiara, insomma, la finalità di consentire un maggiore controllo del patrimonio immobiliare, favorendo l’emersione di immobili non censiti ovvero censiti sulla base di rendite che non rispettano la reale consistenza’ e la destinazione degli stessi.

L’ALTOLA’ DEL CENTRODESTRA

Sebbene nel testo venga specificato che di un eventuale incremento della tassazione si parlerà solamente in un secondo momento, attraverso la “predisposizione dei decreti delegati”, la riforma del Catasto apre la porta non solo a una riorganizzazione della materia, ma anche a un censimento assai più puntuale della consistenza patrimoniale immobiliare di ciascun contribuente.

Per questo la Lega ha più volte detto che non intende votarla, dato che c’è il rischio che sia usata per tassare maggiormente le proprietà degli italiani. Matteo Salvini, incassato il colpo dato dalla tenuta della maggioranza, ha subito chiesto un appuntamento al presidente del Consiglio Mario Draghi. “Non mi spiego l’insistenza di queste ore sulla revisione del catasto e il conseguente, negativo segnale di un futuro aumento di tasse” ha dichiarato il leader della Lega, dopo le tensioni delle ultime ore nella maggioranza. Forza Italia chiede invece la riscrittura dell’articolo 6 e di concentrarsi sulla ricerca degli immobili fantasma, più che sui meccanismi atti ad aggiornare il valore delle case già presenti nel database.

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