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Tav, quello che c’è da sapere. Scheda

Il governo gialloverde si spacca sulla Tav, con Lega favorevole e Cinque Stelle contrari all’opera. Tutto quello che c’è da sapere sulla linea ferroviaria Torino-Lione

INNANZITUTTO, TAV NON È CORRETTO

Si discute di Tav da quasi trent’anni. Ma parlare di TAV come abbreviazione per Treno ad alta velocità è improprio visto che ci riferiamo alla NLTL  “Nuova linea Torino-Lione”. Si tratta di una infrastruttura in progettazione, consistente in una linea ferroviaria internazionale di 235 km, rivolta al trasporto merci e passeggeri fra Torino (in Italia) e Lione (in Francia), che affiancherebbe la linea storica esistente fra le due città. Il progetto, nato negli anni novanta, dal 2005 è sviluppato come parte del programma di reti transeuropee TEN-T.

Ma ormai la Torino-Lione viene universalmente definita Tav – così come ha confermato il commissario di Governo, Paolo Foietta, durante un’audizione parlamentare del 2016 – e non è una linea ferroviaria ad alta velocità, “ma una linea mista con specifiche tecniche d’interoperabilità (Sti) conformi a quelle della Rete centrale europea di cui è parte”.

A partire almeno dal 1991 – anno in cui la stampa parlava già dell’opera come particolarmente urgente – il progetto è stato al centro di un acceso dibattito tra chi ritiene l’opera una necessaria opportunità di sviluppo per il Paese e chi la reputa inutile, costosa e dannosa.

PERCHÉ SI

Per i promotori – che ritengono la riduzione dei tempi di percorrenza uno dei principali vantaggi ottenuti dalla realizzazione del progetto – l’opera proposta è comunque più concorrenziale e conveniente del trasporto su gomma, soprattutto per quanto riguarda le merci, anche senza raggiungere le velocità superiori a quelle dei treni ordinari. Inoltre, l’opera è vantaggiosa per l’ambiente: ridurrebbe il numero dei Tir nelle strade e farebbe viaggiare merci e persone sui treni.

PERCHÉ NO

I movimenti di opposizione contro la Torino-Lione hanno già iniziato a contestare l’opera in manifestazioni pubbliche negli anni Novanta. Se i sostenitori dell’opera adducono la tesi della riduzione dell’inquinamento, i No Tav prevedono l’esatto opposto fenomeno. Altra previsione di effetti collaterali negativi all’ambiente degli scavi prevedono l’alto rischio di dissesto geologico, peraltro già presente nella Valle di Susa. Inoltre, per i vari gruppi No Tav con il proseguimento dell’opera si corre il rischio ulteriore che la zona diventi un grande cantiere per anni e anni. Infine, tra tutte le motivazioni a sfavore emerge quella del costo “eccessivo” per un’opera “inutile”.

I COSTI

Per il Commissario straordinario del Governo per l’asse ferroviario Torino – Lione, Paolo Foietta, se la Torino-Lione fosse costruita tutta insieme – e quindi non per “fasi funzionali” – avrebbe un costo totale di 24,7 miliardi di euro. Come rileva Agi, secondo i critici questo calcolo non tiene conto del fatto che in Italia i costi per le opere come le linee ad alta velocità tendono a lievitare con gli anni, e contrappongono stime differenti, che arrivano fino a 40 miliardi, soltanto per la tratta di competenza italiana. Da parte sua, la Corte dei Conti francese, ancora nel 2012, ha stimato il costo complessivo della Tav in 26,1 miliardi di euro.

Nel contratto di Governo il Movimento 5 stelle e la Lega si sono impegnati, riguardo alla Torino-Lione, “a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’Accordo tra Italia e Francia”. In caso di rinuncia unilaterale da parte dell’Italia, secondo Foietta “il solo costo complessivo da restituire a Francia e Unione europea risulterebbe superiore ai 2 miliardi”. Previsione non condivisa dal ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, che sulla stima del Commissari ha dichiarato che è “tutto sbagliato, non è assolutamente una cifra che sta in piedi”.

L’ANALISI COSTI-BENEFICI

Per uscire dall’impasse, ora si aspetta l’analisi costi-benefici redatta dal pool di esperti incaricati dal governo e guidati dal professor Marco Ponti. “Tav è un progetto complesso” di cui “stiamo completando l’analisi costi-benefici” ha dichiarato anche oggi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

FAVOREVOLI I LEGHISTI

“Prima si fa meglio è” ha annunciato oggi il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, oggi in visita al cantiere di Chiomonte. Il ministro leghista ha ribadito gli argomenti pro-Tav: da quello ambientale (“ci sono 3 milioni di tir sulle strade, se ne togliamo 1 milione, con tonnellate di Co2 in meno, respiriamo meglio”) a quello economico (“Se devo spendere 4 miliardi dei contribuenti italiani per finire l’opera sono soldi ben spesi, se lo devo fare per tornare a riempire i buchi scavati in 5 anni di lavoro mi sembra demenziale”). Aggiungendo pure “come in un momento di crisi economica rinunciare a 50mila posti di lavoro e mettere a rischio aziende mi sembra poco sensato”.

CONTRARI I GRILLINI

Da sempre oppositori dell’opera Tav (e delle grandi opere in generale) i Cinque Stelle. Mentre Salvini visita il cantiere di Chiomonte, il vicepremier grillino Luigi Di Maio ha fatto sapere che non ha in programma una visita: “Non vado a Chiomonte visto che lì non è stato scavato ancora un solo centimetro: c’è solo un tunnel geognostico. Per me il cantiere di Chiomonte non è un’incompiuta ma una mai iniziata”. La posizione del M5S rimane distante dalla Lega: “La spesa del Tav può essere benissimo dirottata sulla metropolitana di Torino o sull’autostrada Asti-Cuneo”.

Gli fa eco da Facebook Michele Dell’Orco, sottosegretario al Mit: “Chi tiene ai territori e ai cittadini che ci vivono non sventra una montagna per fare spazio a un treno che porterà poche merci e tanti problemi. Il Tav-Torino Lione non smuoverà di un millimetro l’emergenza inquinamento e la morsa dello smog e del traffico veicolare nelle strade urbane ed extraurbane. Se Salvini è preoccupato per la salute degli italiani si attenga al contratto di Governo, che prevede di rivedere integralmente l’opera. E persegua con noi la soluzione: dica s’ alle opere utili che davvero aiutano i pendolari e tutelano la qualità della vita degli italiani. Usiamo i soldi per fare piccole e grandi opere utili ai cittadini, per promuovere il trasporto pubblico e la mobilita’ sostenibile”.

INTANTO NELLA COMMISSIONE UE TRAN

Il progetto dell’Alta Velocità Torino-Lione “va sospeso”. Lo ha dichiarato oggi la presidente della Commissione Trasporti del Parlamento Europeo, la francese Karima Delli, che, in un’intervista ad alcune agenzie italiane, si smarca decisamente dalla posizione della Commissione Europea e invita a ripensare il progetto, ormai “vecchio”. “Vediamo – continua l’eurodeputata dei Verdi – verifichiamo se funziona. E se non funziona, allora penseremo a un’altra alternativa. Ma oggi va sospeso: da quanti anni parliamo della Torino-Lione? Il futuro dei trasporti non è dei progetti vecchi, con grandi strutture: no, il futuro è la prossimità e rinnovare quello che abbiamo”. “Per adesso – aggiunge ancora la Delli – il problema che abbiamo è capire qual è la posizione italiana su questo progetto”.

POSTICIPATA ANCORA DECISIONE SU TAV

Per questo dobbiamo aspettare ancora un po’, in quanto l’analisi costi-benefici sarà pubblicata a metà febbraio. A quel punto, “ci sarà il dibattito pubblico e ne discuteremo in maggioranza” ha annunciato ieri Toninelli.

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