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Telemarketing molesto e selvaggio. L’87% di chi chiama non iscritto al ROC

Telemarketing

Secondo i dati di Oic e Assocontact, la quasi totalità dei call center che fanno telemarketing non è iscritta al ROC per eludere le norme che vieterebbero le molestie telefoniche

Chiamate a tutte le ore del giorno, soprattutto durante l’ora di pranzo, quella strategicamente più conveniente, per gli operatori che le eseguono. Chiamate anche sui nostri cellulari, che erroneamente credevamo godessero di maggior privacy, non esistendo elenchi del telefono per numeri “mobile”. È il cosiddetto Telemarketing molesto, che il legislatore italiano non ha mai voluto arginare seriamente.

E infatti, secondo quanto riportano Assocontact e OIC, sono in costante aumento le segnalazioni che quotidianamente vengono registrate dal loro Form di segnalazione, strumento creato appositamente per raccogliere le lamentele dei consumatori (qui la pagina web di riferimento). “Dai risultati raccolti durante il primo mese di attività dal lancio del Decalogo per i Consumatori dello scorso 15 febbraio – ci viene spiegato – appaiono evidenti alcuni risultati, purtroppo allarmanti. Primo tra tutti il fatto che la quasi totalità delle segnalazioni (86,5%) riguarda call e contact center non iscritti al ROC dato, questo, che denota la tendenziale abitudine ad aggirare le norme che regolano il comparto”.

TELEMARKETING MOLESTO, CHI DISTURBA DI PIÙ?

Interpretando i dati raccolti si evince, inoltre, che diminuiscono le segnalazioni relative alle Telco e aumentano invece quelle riferite agli operatori Energy (-5% i primi e +5% i secondi) e crescono del 7% i contatti definiti di “pratica scorretta”, ovvero quelli di natura fraudolenta che propongono, cioè, offerte in modo volutamente fuorviante. I numeri iscritti al ROC, invece, si comportano decisamente meglio dei non iscritti, dove al più viene contestata loro l’eccessiva frequenza nel contatto. “Menzione particolare, infine, per tutte quelle segnalazioni ricevute dai consumatori che raccontano di telefonate in cui – pur di promuovere i passaggio al Mercato Libero dell’energia – l’operatore si inventa l’impossibile, ben al di là delle reali promozioni in essere”, dicono da Assocontact.

“La parola chiave qui è trasparenza”, commenta Lelio Borgherese, Presidente di Assocontact, “Come sostenuto anche dal Professor Pasquale Stanzione, Presidente dell’Autorità garante della protezione dei dati personali, intervenuto durante il nostro ultimo webinar, solo un atteggiamento proattivo da parte di tutti: call e contact center legali, committenti e consumatori, potrà cambiare veramente la situazione grazie, anche, all’adozione e all’utilizzo di strumenti efficaci come il Decalogo, la Camera di Compensazione la revisione del Codice di Autoregolamentazione e, non da ultimo, l’allargamento del Registro delle Opposizioni anche alle numerazioni mobile, in arrivo entro questa estate”.

Dello stesso avviso anche Raffaella Grisafi, Vicepresidente di OIC che afferma: “Nessuno, consumatori in primis, è più disposto ad accettare strutture di call center illegali. Il primo passo – su cui stiamo lavorando – è raccogliere e analizzare con metodo ogni singola segnalazione, fino ad arrivare alle segnalazioni alle Autorità Competenti per stimolarne l’intervento inibitorio e sanzionatorio. E’ un percorso complesso ma che sta producendo un feedback importante”.

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