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Torna il caro carburanti. È davvero tutta colpa delle accise?

Benzina

Il caro carburanti torna a farsi sentire. Le accise pesano sempre più sul costo alla pompa ma è davvero tutta colpa delle tasse su benzina e diesel?

Torna il caro benzina e le accise finiscono sul banco degli imputati, ma non si tratta di un errore giudiziario. Infatti, le tasse italiane sui carburanti sono tra le più alte d’Europa e spingono in alto i prezzi. I governi che si sono succeduti negli ultimi ottant’anni hanno inventato 19 nuove accise per riempire le casse statali, in sofferenza per le ragioni più disparate, dalla guerra in Etiopia al bonus gestori. Al contrario, nessuno ha messo in campo interventi strutturali per risolvere il problema. Alcuni hanno provato a porre un argine, con scarsi risultati.

È DAVVERO COLPA DELLE ACCISE?

Il costo dei carburanti sfiora i 2 euro al litro e le accise pesano sempre più sul prezzo alla pompa, ma non sono gli unici imputati. Le tasse influiscono per il 34% sul costo del diesel, posizionandoci al primo posto in Unione Europea. Poco meglio le accise sulla benzina, le seconde più alte in Ue dopo la Finlandia, che pesano per il 30%.

Le accise pesano in maniera importante sul prezzo alla pompa ma non sono l’unica voce fiscale che compare sullo scontrino. L’Iva è il secondo fattore che incide su quanto paghiamo i carburanti alla pompa. Complessivamente, Iva e accise pesano per il 55,6% su un litro di benzina e per il 51,8% su uno di diesel. Come hanno raggiunto questi livelli?

PERCHÈ LE ACCISE SONO COSÌ ALTE?

Sono diciannove le accise che si sono succedute negli anni, confluite poi nel 1995 in un’unica imposta che finanzia il Bilancio statale. Le tasse sui carburanti nascono nel 1935 per finanziare la guerra di Etiopia. Considerato il successo dell’operazione, i governi successivi hanno deciso di proseguire su questa strada introducendo accise per la crisi di Suez (1956), la tragedia del Vajont (1963), l’ alluvione di Firenze (1966), il terremoto nel Belice (1968), del Friuli (1976) e in Irpinia (1980), la missione in Libano (1982) e in Bosnia (1996), la ricostruzione de l’Aquila, il terremoto in Emilia e il bonus gestori (2014).

Per quale motivo negli anni nessun governo ha cercato di risolvere la questione in maniera strutturale? La risposta migliore arriva da un dato, fornito da Assoutenti. Nell’ultima settimana lo Stato ha incassato 2,2 miliardi di euro grazie all’esodo estivo.

CARBURANTI, CHI DECIDE I PREZZI?

C’è un terzo elemento fondante nell’equazione dei carburanti: il prezzo industriale. Un valore che si calcola sommando il prezzo della materia prima, basato sulla quotazione dell’indice Platts, al margine lordo sui successivi passaggi della filiera. Le compagnie petrolifere suggeriscono ai distributori il prezzo, i quali hanno un certo margine di azione.

Per portare a galla le speculazioni basta analizzare il differenziale tra il prezzo industriale e quello della materia prima, il greggio. A questo proposito, in questi giorni la Guardia di Finanza ha eseguito oltre 1200 controlli, riscontrando irregolarità come la mancata esposizione dei cartelli con i prezzi o una differenza tra quelli praticati e quelli indicati, oppure la mancata comunicazione all’“Osservaprezzi carburanti”, istituito dal Ministero delle imprese e del made in Italy.

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