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Tv e web, come Agcom si sta muovendo contro le “parole dell’odio”

Agcom

L’Agcom ha approvato ieri un regolamento che impone a editori, trasmissioni e social di evitare o cancellare “espressioni di odio” che incoraggiano violenza ed intolleranza. Nel mirino anche quei contenuti che partendo da un singolo episodio di cronaca finiscono per arrivare a pericolose generalizzazioni, non supportate però da dati o statistiche attendibili.

Agcom ha spiegato che queste parole hanno dei bersagli specifici quali donne, omosessuali, immigrati, persone di colore e fanno leva su stereotipi e luoghi comuni.

MONITORAGGIO SU PROGRAMMI, TG E SOCIAL

L’Autorità potrà muoversi a seguito delle denunce di “associazioni” e “organizzazioni rappresentative”, ma anche sulla base di un monitoraggio sistemico su programmi, tg, social, con l’obiettivo di scoprire se un servizio tv, l’invettiva di un ospite, un contenuto su YouTube, una fotografia colpisca la dignità umana o i diritti individuali delle persone.

PUNITE LE VIOLAZIONI SISTEMATICHE

Se le violazioni occasionali saranno oggetto di una semplice segnalazione che verrà pubblicata dall’Autorità sul proprio sito, le parole d’odio saranno perseguite quando rappresenteranno “violazioni sistematiche”.

TEMPI E SANZIONI PREVISTE

L’editore o la piattaforma web avranno 15 giorni di tempo per rispondere in caso di contestazione da parte dell’Autorità. Nel caso in cui la contestazione coinvolga un giornalista, l’Autorità si dovrà coordinare subito con l’Ordine professionale che eserciterà tutti i suoi poteri in ambito disciplinare.

L’Autorità potrà diffidare editori, testate, piattaforme web dal continuare la condotta illegittima. Previste sanzioni del 2 fino al 5% del fatturato qualora la diffida venga ignorata.

INIZIATIVE DEGLI EDITORI CONTRO L’ODIO

In attesa del recepimento e applicazione da parte dell’Italia della nuova direttiva europea sui media audiovisivi, dove è previsto l’obbligo di combattere le parole e i contenuti dell’odio, l’Autorità concorderà con queste piattaforme dei regolamenti subito operativi.

Gli editori televisivi, e in particolare la Rai, dovranno prendere iniziative che vanno nel senso opposto.Trasmissioni e tg dovranno dedicare degli spazi ai temi della “inclusione sociale, della coesione, della promozione della diversità, dei diritti fondamentali della persona”.

La Rai, che è il servizio pubblico, dopo le europee diffonderà uno spot dell’Autorità che incoraggia all’uso delle parole di pace.

LE PAROLE DEL PRESIDENTE AGCOM CARDANI

Per il presidente Agcom Marcello Cardani l’iniziativa vuole rappresentare una “sollecitazione culturale” e interviene dopo che il Consiglio d’Europa ha contestato ai media italiani “un preoccupante incremento dei fenomeni di discriminazione. Di qui la necessità di porre maggiore attenzione al fenomeno, pur nel pieno rispetto della libertà d’espressione”. Ed ancora “Non esiste alcuna contrapposizione tra libertà d’espressione ed espressioni d’odio. Il nostro slogan è ci sono tante parole, scegliamo quelle giuste, quelle cioè che non ledano la dignità umana”.

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