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Un anno di Covid, in quale Regione è più difficile fare impresa?

Secondo i professionisti italiani è la Campania la Regione in cui è più difficile fare impresa

A un anno esatto dal primo lockdown, mentre si attendono le nuove restrizioni dell’ultimo Dpcm, il primo dell’era Draghi, ci siamo interrogati su come i professionisti abbiano affrontato le tante difficoltà economiche del periodo. In un Paese come il nostro, dove le differenze sono notevoli da Regione a Regione, fare impresa nel Nord Est piuttosto che nel Sud può costituire una importante differenza. Abbiamo allora spulciato i dati di una ricerca condotta da ProntoPro per provare a capire nel dettaglio la situazione a seconda del territorio.

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LA CRISI DEI PROFESSIONISTI IN NUMERI

Partiamo anzitutto dai dati nazionali. Lo studio ci dice che 1 professionista su 2 dichiara di aver subito un calo di fatturato del 50% nell’ultimo anno. Interrogati sull’utilità dei ristori previsti dal governo per le categorie più in difficoltà, il 76% degli intervistati li ha dichiarati inutili a colmare le perdite, inoltre per 1 professionista su 3 le modalità di accesso erano poco chiare.

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Nonostante la poca fiducia nei supporti offerti ne ha fatto richiesta il 57% degli intervistati, fra loro 2 professionisti su 3 affermano di averli già ricevuti. L’atteggiamento diventa più positivo nell’analizzare i possibili sviluppi futuri: il 60% dei lavoratori autonomi confida che l’attuale governo presenterà al Parlamento Europeo un piano efficace per l’accesso al Recovery Fund.

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LE MIGLIORI DELLA CLASSE

L’indagine di ProntoPro, giunta alla sua seconda edizione, mostra come l’emergenza Covid abbia influito sulla percezione territoriale di liberi professionisti e piccole imprese. La Lombardia cede lo scettro di regione in cui è più facile fare impresa, suo fino ad inizio 2020, al Trentino Alto Adige, e si piazza quest’anno sul terzo gradino del podio. Outsider della classifica la regione Puglia, che risale dal dodicesimo al secondo posto in classifica. Ma cosa ha contribuito a questi cambiamenti? Sicuramente non il supporto percepito da parte di governo o istituzioni locali, insufficiente per tutte le regioni coinvolte nell’indagine.

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È l’ottimismo verso il futuro la leva trainante di Trentino Alto Adige e Lombardia, che hanno assegnato un punteggio superiore alla sufficienza alle aspettative per il futuro della propria attività. In queste due regioni inoltre sembra che i ristori elargiti dal governo per fronteggiare l’emergenza covid siano stati percepiti come utili a colmare, o quantomeno tamponare, le perdite economiche: se a livello nazionale sono stati valutati utili dal 34% dei professionisti, in Lombardia e Trentino Alto Adige più di un lavoratore su 2 li ritiene efficaci. Per la Puglia a fare la differenza sembra essere l’offerta formativa della propria regione, la presenza di programmi di formazione o di networking ben pubblicizzati che contribuiscono ad accrescere la propria professionalità e rete di conoscenze.

LE REGIONI PEGGIORI PER FARE IMPRESA

Secondo i professionisti italiani è la Campania la regione in cui è più difficile fare impresa. Già fra le ultime in classifica nell’edizione 2020 dell’indagine, esce ulteriormente sconfitta dall’anno del Covid: se a livello nazionale un lavoratore su 2 ha visto dimezzare il proprio fatturato, in Campania la percentuale sale al 70%. Il voto più basso assegnato dalle tre regioni ultime in classifica? Il 3 con cui i lavoratori locali hanno valutato il sostegno che arriva loro da enti locali e nazionali.

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