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Vaccino anti-Covid: perché Pfizer ha detto no ai soldi pubblici

Vaccino Pfizer

Pfizer annuncia risultati incoraggianti sul vaccino anti-Covid e spiega perché, a differenza di altre aziende farmaceutiche, ha voluto rifiutare i soldi federali

“Sono felice di condividere con voi che Pfizer e il nostro partner, Biontech, hanno annunciato risultati di efficacia positivi dello studio di fase 3 in fase avanzata, del potenziale vaccino per il COVID-19”. Albert Bourla, Ceo di Pfizer, ha annunciato il 9 novembre un passo avanti nella corsa al vaccino, ma se da una parte il vice di Trump, Mike Pence, ha commentato ricordando la partnership pubblico-privato, dall’altra Pfizer ha spiegato perché ha preferito rifiutare i soldi federali.

L’ANNUNCIO DI PFIZER

Ad una prima analisi di efficacia ad interim, il vaccino Pfizer-Biontech ha dimostrato un’efficacia di oltre il 90% nel prevenire il Covid-19 nei partecipanti che non avevano evidenza di una precedente infezione da SARS-CoV-2. “Ciò significa che siamo un passo più vicini a poter potenzialmente offrire alle persone di tutto il mondo la svolta tanto attesa per contribuire a porre fine a questa pandemia globale”, ha spiegato Bourla.

LA REAZIONE USA E LE FAKE NEWS

Mike Pence, attuale vicepresidente degli Stati Uniti, all’annuncio sull’efficacia del vaccino sviluppato da Pfizer e Biontech ha ricordato la partnership pubblico-privata sviluppata da Donald Trump. Il figlio del presidente uscente, Donald Trump Jr, ha scritto su Twitter che ci sarebbe qualcosa di losco in una notizia arrivata subito dopo la proclamazione della vittoria del democratico Joe Biden. Trump sembrava aver puntato soprattutto su Moderna, società che insieme ad AstraZeneca, aveva ricevuto finanziamenti nell’ambito del piano Operation Warp Speed. Ma Pfizer e Biontech hanno scelto di agire diversamente, non beneficiando dei finanziamenti pubblici.

IL RUOLO DELLA GERMANIA

“La realtà è che gli unici fondi pubblici che hanno contribuito allo sviluppo del primo vaccino a dimostrarsi efficace contro la pandemia che sta flagellando il mondo vengono tutti da Berlino, – scrive Agi – si parla di 375 milioni di euro versati dal governo tedesco a Biontech (società con sede a Magonza) lo scorso settembre per accelerare lo sviluppo del farmaco. La somma è stata quindi stanziata e spesa interamente in Germania per garantire alla società biotecnologica l’infrastruttura necessaria all’operazione ‘Lightspeed’”, in modo da raggiungere un risultato efficace alla velocità della luce.

PERCHÉ PFIZER HA DETTO NO AI FINANZIAMENTI

Bourla ha dichiarato che rifiutare i fondi federali per lo sviluppo del vaccino dagli Stati Uniti è stata una scelta precisa, mirata a ottenere la libertà di manovra desiderata. Anche Kathrin Jansen, senior vice president di Pfizer e direttrice del programma di ricerca e sviluppo dei vaccini, ha confermato: “Non siamo mai stati parte di Warp Speed, non abbiamo mai preso denaro né dal governo Usa né da nessuno”. Gli unici fondi pubblici dietro il vaccino sono quelli della Germania versati a Biontech. Pfizer invece si è mossa solo con le sue risorse private.

I VANTAGGI DEL SETTORE PRIVATO

Bourla, già a giugno in una lunga intervista per il giornale greco Ekathimerini, aveva ribadito l’importanza degli investimenti nella scienza e dell’iniziativa privata: “Abbiamo imparato anche il valore e il potere della scienza. Abbiamo imparato ad apprezzare l’importanza degli investimenti nella scienza. E anche l’importanza dell’iniziativa privata. Perché non credo che un’entità pubblica avrebbe potuto muoversi con le risorse e la flessibilità del settore privato”. Il Ceo di Pfizer ha poi continuato: “Ci siamo sobbarcati un rischio finanziario immane, nel seguire tutte le fasi dello sviluppo in parallelo, anziché in successione. Ciò significa che se qualcosa improvvisamente non funziona, l’intero sistema va in fumo, e avremo sprecato denaro e risorse scientifiche inutilmente”.

LIBERA CONCORRENZA

“La vicenda dimostra che, al di là degli entusiasmi prematuri per il vaccino ‘Sputnik V’ brevettato dalla Russia, e le critiche alle aziende farmaceutiche private per la tendenza a generare profitti in una situazione di emergenza a livello globale, è la libera concorrenza sul mercato a costituire un incentivo per la ricerca e per la produzione di beni che possono andare a beneficio della collettività” ha scritto Il Foglio. “Le leggi del libero mercato non possono applicarsi a un caso eccezionale come questo”, ha detto a questo proposito Bourla. “Non posso imporre un prezzo per il vaccino al governo tedesco, o americano, o greco, a seconda dei benefici economici che ne deriveranno, perché allora il costo sarebbe altissimo e non è giusto. Se ci sarà un vaccino, noi siamo pronti a fissare un prezzo in linea con quello di tutti i nostri vaccini”.

IN ATTESA DELL’AUTORIZZAZIONE

“Questo è un primo ma fondamentale passo del nostro lavoro per fornire un vaccino sicuro ed efficace” ha concluso Bourla. Il Ceo dell’azienda statunitense ha infine ricordato che “sono necessari anche ulteriori dati sulla sicurezza che stiamo continuando a raccogliere nello studio clinico in corso. Efficacia, sicurezza e produzione sono i tre requisiti necessari prima di poter richiedere l’autorizzazione”.

“Non vediamo l’ora di condividere ulteriori aggiornamenti nelle prossime settimane e continueremo a lavorare a stretto contatto con le autorità regolatorie per assicurare l’accesso al nostro vaccino a coloro che ne hanno più bisogno”.

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