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Abuso d’ufficio l’ultimo scontro nel governo prima delle europee?

Non passa giorno in cui il governo gialloverde trovi un tema su cui litigare. È la volta dell’abuso d’ufficio che il vicepremier Salvini vorrebbe rivedere.

Per Matteo Salvini la presunzione di colpevolezza non può e deve bloccare tutto e “si sente pronto a scommettere sulla buona fede degli italiani, degli imprenditori, degli artigiani e dei sindaci” “bloccati oggi dalla burocrazia e dalla paura di firmare atti, aprire cantieri, sistemare scuole ed ospedali”.

E se nella mattinata di ieri aveva dichiarato, in un intervista radiofonica rilasciata a radio anch’io, di voler abolire il reato, nel pomeriggio aveva corretto il tiro dichiarandosi d’accordo con Raffaele Cantone, il magistrato a capo dell’Anac, e del premier Conte parlando della necessità di un intervento di modifica della norma.

Il vicepremier Luigi Di Maio si è dichiarato, invece, totalmente contrario arrivando addirittura a dichiarare “meno str….. e più lavoro”, sostenendo che “togliere il reato di abuso d’ufficio non sistema le cose”.

Per  Di Maio se è vero che l’abuso d’ufficio è un reato in cui spesso cade chi amministra è vero anche che se un amministratore agisce onestamente non ha nulla da temere.

Successivamente, prendendo atto della marcia indietro dell’alleato ha sottolineato di non aver attaccato o insultato Salvini e spiegando che “tra abolirlo e migliorarlo c’è una bella differenza”.

Ma vediamo cosa prevede:

ABUSO D’UFFICIO REATO DEL PUBBLICO UFFICIALE O DELL’I.P.S.

Disciplinato dall’art. 323 c.p., l’abuso d’ufficio tra i reati cosiddetti propri, ossia quei reati che possono essere commessi dal pubblico ufficiale o dall’incaricato di pubblico servizio.

RILEVANZA DELLA CONDOTTA

La condotta deve essere compiuta nello svolgimento delle funzioni o del servizio, non rilevando invece il compimento di atti in occasione dell’ufficio e il mero abuso di qualità, ossia l’agire al di fuori dell’esercizio della funzione o del servizio.

LA CONDOTTA DEVE VIOLARE NORME DI LEGGE O DI REGOLAMENTI

La condotta del pubblico agente deve però integrare alternativamente la violazione di norme di legge o di regolamento. La rilevanza del comportamento è collegata ad un quid di immediata verificabilità: la contrarietà a regole scritte. Di conseguenza, in caso di abuso mediante omissione questa ricorrerà quando il comportamento omissivo violi un obbligo di fare.

NATURA PATRIMONIALE DEL VANTAGGIO

Il riferimento della norma al vantaggio patrimoniale fa sì che venga dato rilievo al complesso dei rapporti giuridici a carattere patrimoniale conseguenti alla condotta dell’agente, senza dunque ricomprendere vantaggi di tipo morale o politico.

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