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Agcom, cosa ha detto Lasorella in Parlamento

Agcom

Dai diritti tv del calcio al digital divide, passando per il pluralismo (mancato?) nel settore tlc. Il rapporto del numero 1 dell’Agcom

Tutela del pluralismo informativo; garanzia della parità di accesso ai mezzi di informazione; tutela della dignità delle persone; tutela dei minori; vigilanza sul servizio pubblico radiotelevisivo; disciplina dello spettro radio in funzione di efficienza e pluralismo nell’utilizzo di una risorsa pubblica strategica; tutela degli utenti dei servizi di comunicazione elettronica e dei servizi postali; disciplina dell’accesso alle infrastrutture e neutralità delle reti. Sono solo alcuni dei temi trattati nella relazione annuale dell’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, esposta questa mattina in Parlamento dal suo numero 1, il presidente Giacomo Lasorella.

”Quella di contribuire a governare questa fase complessa, caratterizzata da una tumultuosa transizione verso il mondo digitale, a maggior ragione in relazione all’attuazione del PNRR, costituisce una delle sfide più importanti che attendono Agcom in questa consiliatura”, ha scandito Lasorella. “È Agcom in piena sintonia con le altre istituzioni della Repubblica, tra le quali in primo luogo il Parlamento oltre che, naturalmente, nel loro ambito il Governo e le altre autorità”.

Ma il problema principale sul tavolo resta quello del digital divide: “Sussistono ancora differenze molto significative tra i diversi territori del Paese e, in particolare, tra Centro Nord e Sud e, come si usava dire, tra città e campagna. Pur tuttavia, gli ingenti investimenti pubblici e privati attualmente in campo ed un contesto di concorrenza crescente nei mercati dei servizi di accesso alla rete fissa lasciano intravedere una situazione infrastrutturale in forte evoluzione”, ha commentato il numero 1 dell’Agcom.

“È un comparto in grandissima evoluzione tecnologica, con un fortissimo impatto sul cittadino e con effetti rilevanti sul quadro economico e sociale” ha rimarcato Lasorella. “Ha mostrato una flessione, in termini di risorse complessive, del 4,8%. La contrazione è più marcata nella rete mobile (-5,9%), mentre la rete fissa mostra riduzioni più contenute (-3,8%)”.

L’AGCOM SUI DIRITTI DEL CALCIO

Anche quest’anno l’intervento si è focalizzato sui diritti calcistici: “Siamo in una fase complessa, caratterizzata da una tumultuosa transizione verso il mondo digitale che costituisce una delle sfide più importanti che attendono Agcom in questa consiliatura. Agcom – spiega Lasorella – si sta attrezzando per governare questa svolta digitale per gli atti di vigilanza di sua competenza” e “un primo grande banco di prova sarà sulla fruizione delle partite del campionato di calcio di serie A”.

Lasorella ha spiegato: “Abbiamo detto agli operatori, non solo a Dazn e Tim ma a tutti, che devono definire le modalità tecnico-operative prima dell’avvio della prossima stagione calcistica. C’è un preciso set di scadenze”. C’è preoccupazione su questo fronte? “Siamo vigili, ma ottimisti”, ha risposto Lasorella. E sulla separazione volontaria della rete d’accesso di Tim con la creazione della società Fibercop, il numero 1 dell’Agcom spiega che “la consultazione pubblica è stata conclusa in entrambi i casi. Ora serviranno i provvedimenti”.

LA SITUAZIONE DEL MERCATO TLC

TIM, Vodafone e Wind fanno sì che il comparto tlc in Italia sia ancora “altamente concentrato in cui tre operatori, con quote tra loro relativamente simili rappresentano poco meno del 90% del mercato” anche se i tre big nel 2020 hanno dovuto fare spazio a Iliad. “Va tuttavia osservato come nel 2020 TIM e Vodafone abbiano perso nel complesso 3,8 punti percentuali a favore di Iliad e degli operatori di reti mobili virtuali, che ne hanno guadagnati 3,5 (4,6 se si considera il solo segmento residenziale)”. È la fotografia scattata dal presidente di Agcom Lasorella nella sua prima relazione alla Camera sull’attività dell’Authority.

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