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Lega

Le Lega vuole mettere le mani sulle poltrone di ARERA, quante possibilità ha?

Le nomine dei vertici di ARERA agitano la maggioranza. Nei palazzi della politica si vocifera che la Lega ambisca alla poltrona di Presidente o Commissario dell’Autorità. Ecco perché il Carroccio può fare la voce grossa nella scelta del nuovo collegio dell’Autorità

La Lega vuole mettere le mani sulle poltrone di ARERA e la temperatura nella maggioranza sale. Nei palazzi che contano si vocifera che la Lega, forte del suo peso nelle commissioni parlamentari competenti, ambisca alla poltrona di Presidente o, almeno, di Commissario dell’Autorità di Regolazione dell’Energia. Il Carroccio è  pronto a rivendicare un ruolo da protagonista e non è escluso che il successore del Presidente Besseghini possa essere un nome riconducibile direttamente al partito di Matteo Salvini. Le manovre sono in corso, e l’obiettivo del Carroccio è chiaro: mettere le mani su una delle poltrone più delicate per l’indirizzo delle politiche energetiche e ambientali del Paese.

ARERA, QUANTE SONO LE POSSIBILITA’ DELLA LEGA?

Dietro la partita dei nuovi vertici di ARERA c’è molto più di una semplice nomina tecnica. L’iter per l’elezione del presidente di ARERA prevede che sia il CdM a nominare il nuovo vertice dell’Autorità, poi votato nelle Commissioni Parlamentari competenti (VIII e X). Se il candidato ottiene la maggioranza di ⅔, riceverà la nomina definitiva per mano del Presidente della Repubblica. Le commissioni “competenti” per ARERA Ambiente (VIII) e Attività Produttive (X) della Camera e Ambiente e Industria del Senato. La maggioranza di centrodestra controlla saldamente questi collegi.

I numeri raccontano che la coalizione di centrodestra ha il controllo saldo delle commissioni. In particolare, la Lega può contare su una rappresentanza robusta, soprattutto alla Camera, che le consente di essere determinante, se non decisiva.

QUANTO PESA LA LEGA NELLE COMMISSIONI?

Nella Commissione Ambiente della Camera, il Carroccio schiera 5 deputati: Benvenuto, Dara, Pizzimenti, Stefani e Zinzi. Stesso scenario in Commissione Attività Produttive, dove altri 5 deputati leghisti siedono tra i banchi: Gusmeroli (che è anche presidente della Commissione), Ravetto, Andreuzza, Barabotti e Toccalini.

Il fatto che un leghista, Alberto Gusmeroli, presieda la Commissione Attività Produttive è tutt’altro che secondario: significa che il partito ha una posizione chiave per orientare discussioni, influenzare l’iter e, soprattutto, mediare (o bloccare) eventuali forzature.

PARTITA DIFFICILE AL SENATO

La lega ha 3 senatori in Commissione Ambiente e altrettanti in Commissione Industria. Se i numeri al Senato sono più contenuti, il Carroccio è comunque riuscito a piazzare i propri rappresentanti in ruoli di vertice: Bergesio vicepresidente, Bizzotto vicepresidente vicario e Germanà segretario. Un segnale chiaro che, pur in minoranza numerica, il partito gioca la sua partita nelle stanze che contano.

LEGA AGO DELLA MAGGIORANZA, GLI SCENARI

I numeri non danno alla Lega un potere di veto formale, ma il quadro politico la rende centrale nelle trattative interne alla coalizione. Il partito di Salvini non può imporre un nome da solo, ma è abbastanza forte da far saltare i piani se le sue richieste non vengono ascoltate.

La partita non è dunque solo su un nome, ma su un equilibrio più ampio nella gestione delle Autorità e degli enti strategici. Se Salvini dovesse ottenere ARERA, sarebbe un segnale chiaro di forza politica, soprattutto in vista delle future partite su altre nomine di peso. Ma la strada non è priva di ostacoli: dentro la maggioranza Fratelli d’Italia rivendica la golden share su molte scelte di Governo, mentre Forza Italia guarda con attenzione, pronta a pesare il proprio consenso sulle scelte finali.

In assenza di un accordo, il rischio è che la nomina salti o si trasformi nell’ennesima prova di forza interna alla coalizione. Salvini lo sa: questa volta la partita non si gioca solo sulla poltrona di ARERA, ma sulla leadership politica dentro il centrodestra.

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