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viale della lobby

Banca Ifis, Chiocci, lobbisti di Multiversity, Celotto e Formiche, cosa si dice nel Viale della lobby?

Notizie, indiscrezioni e riflessioni: dalle boccette di Banca Ifis ai lobbisti di Multiversity. Le ultime dal viale della Lobby

La questione dei liquidi in aeroporto, oltre a generare una mole di articoli acchiappa click, si sta rivelando un volano per il brand di Banca Ifis. Solo qualche sera fa il Tg1 diretto da Gian Marco Chiocci realizzava un servizio sul tema, inquadrando i contenitori che utilizzano i viaggiatori per i controlli. Questi contenitori riportano il brand di Banca Ifis. Il servizio del Tg 1 li ha ripresi ben due volte, senza oscurarli. Oggi un grande quotidiano, nella sua versione online, fa la stessa cosa. Un vero affare per i manager della pubblicità della Banca di proprietà della famiglia Furstenberg.

CELOTTO SNOBBA L’ANVUR 

Avvisate i comunicatori e lobbisti di Multiversity che fare i “furbetti” si può rivelare un boomerang. Tutta l’attività di advocacy a favore di Multiversity e non delle università telematiche, che non sono un unicum come scrive Carlo Garzia, potrebbe rivelarsi più debole del previsto. Prendiamo l’ultima riflessione dell’ordinario di Roma Tre, Alfonso Celotto, dalle colonne di La Repubblica – e guarda caso rilanciata da Fabio Vaccarono (numero 1 di Multiversity) – a favore della digitalizzazione e della democrazia dell’istruzione. Neanche una parola sulle critiche di Anvur, sulla sproporzione tra docenti e studenti. Insomma, una cosa da “furbetto”.

MULTIVERSITY: GUARDARE (E PROMUOVERE) MA NON COMPRARE 

A proposito di Multiversity. Una domanda a tutti coloro che si impegnano in attività di advocacy a favore di queste università “discusse”: iscriverebbero mai i propri figli alla Pegaso o alla Mercatorum? Oppure in un bel college universitario inglese o americano? Quando si dice la democrazia delle idee…

FORMICHE O CICALE?

Anche le Formiche nel loro piccolo piangono. Il bilancio di Base per Altezza, editore di Formiche, nell’anno del Signore 2024 registra un calo della produzione di quasi 200 mila euro circa. Non proprio un bel risultato per chi ha aperto ad altri investitori e imprenditori la compagine societaria.

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