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Perché (forse) c’è nuova linfa per Azione di Carlo Calenda
Cosa succede nel partito dell’ex ministro dello sviluppo economico dopo l’ingresso di 31 fuoriusciti dal Pd Liguria e soprattutto la decisione di Elena Bonetti di lasciare Italia Viva di Matteo Renzi.
In tanti tra i ‘bookmaker politici’ non avrebbero scommesso un euro su Carlo Calenda convinti che, nella ‘disunione’ del Terzo polo, Matteo Renzi ne avrebbe fatto un boccone. E invece, conti e deputati alla mano, il leader di Azione sembra scavalcare il suo ex socio proprio sul terreno preferito dal senatore di Rignano ovvero sulle manovre di palazzo.
Ne è la prova l’addio di Elena Bonetti a Italia Viva, l’ex ministra lanciata da Renzi che fu una spina nel fianco del governo Conte II per poi essere la più ‘governativa’ dell’esecutivo Draghi. Con lei Calenda ha assestato un duro colpo agli equilibri interni tra le due forze politiche, una mossa che potrebbe accelerare la scissione del gruppo parlamentare ‘Azione-Italia Viva-Renew Europe’ mentre non si intravvedono all’orizzonte segnali di avvicinamento tra i due in chiave europee.
I numeri di Azione e Italia Viva in Parlamento
Alla Camera dei deputati adesso sono 12 (su 21) i deputati che si riconoscono in Azione. Oltre a Bonetti ci sono altri due ex ministri Mara Carfagna ed Enrico Costa, il capogruppo Matteo Richetti e poi Fabrizio Benzoni, Giuseppe Castiglione, Antonio D’Alessio, Isabella De Monte, Valentina Grippo, Giulia Pastorella, Daniela Ruffino, Giulio Cesare Sottanelli.
I 9 renziani sono Maria Elena Boschi, Luigi Marattin, Ettore Rosato, Francesco Bonifazi, Roberto Giachetti, Davide Faraone, Naike Gruppioni, Mauro Del Barba, Maria Chiara Gadda.
Tra loro ci sono fedelissimi come Boschi e Bonifazi che sono più renziani di Renzi, ma i malumori affiorano nel resto delle truppe. A partire da Luigi Marattin, che oggi ha dovuto far ricorso a una intervista su Qn per ribadire che lui non abbandonerà Italia Viva ma, ha ribadito, “stop ai partiti personali”. Del resto era stato lo stesso Marattin tre mesi fa, proprio con Elena Bonetti, a richiedere un congresso nazionale che dovrebbe svolgersi a ottobre, il primo dopo cinque anni per Iv.
Malumori in Iv, anche Rosato dà l’addio a Renzi?
Un altro big renziano risucchiato da settimane nel vortice dei rumors, e dato continuamente in procinto di cambiar casacca, è Ettore Rosato. L’ex coordinatore ed ex capogruppo Iv negli ultimi tempi non si è sempre trovato in sintonia con il suo leader. L’ultima occasione si è registrata con riferimento al tavolo sul salario minimo promosso da Giorgia Meloni a metà agosto e al quale Renzi non ha voluto che si sedesse anche Italia Viva.
Rosato è stato indicato più volte in uscita verso Lega o Forza Italia, del resto proprio sul salario minimo ha sempre manifestato di trovarsi agli antipodi di Fratoianni mentre, ad esempio, alle suppletive di Monza non ha risparmiato complimenti per Adriano Galliani. Anche nelle ultime ore ha sempre smentito l’ipotesi di lasciare Italia Viva. Elena Bonetti, fino all’altroieri, aveva detto lo stesso.
Renzi ‘pull factor’.. a favore di Calenda
Senza dubbio l’accelerazione di Renzi di creare la lista ‘Il Centro’ ha rappresentato un ulteriore detonatore di mal di pancia interni. Basti pensare che tra i dirigenti di Iv solo Enrico Borghi, Raffaella Paita e Silvia Fregolent hanno plaudito all’iniziativa in vista delle europee.
Paradossalmente Renzi si sta rivelando il vero ‘pull factor’ a favore di Calenda che – obtorto collo – rischia di rimanere l’unico approdo spendibile per tanti riformisti.