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Chi è il direttore ‘straniero’ del nuovo Secolo XIX di Aponte
Il lombardo Michele Brambilla firma il suo primo editoriale da direttore de Secolo XIX
Il Secolo XIX “è il giornale di tutti i liguri. Non sarà schierato politicamente e darà voce a tutti. Denuncerà quello che non funziona ma darà spazio anche a quel che funziona benissimo, cosa non frequente sui media, dove spesso si cede alla tentazione del disfattismo, il quale disfattismo serve solo a portare alla paralisi”. È uno dei passaggi centrali del primo editoriale firmato da Michele Brambilla nelle vesti di neo direttore responsabile del Secolo XIX, che dal 29 settembre è passato a Blue Media. Si tratta della nuova proprietà, controllata dal Gruppo Msc dell’imprenditore e armatore Gianluigi Aponte, del quotidiano genovese e delle testate collegate: Il Secolo XIX del Lunedì, The MediTelegraph, L’Avvisatore Marittimo, Giornale del Ponente Ligure e l’Automazione Navale Tecnologie per il Mare & Trasporti.
Brambilla ha preso il posto di Stefania Aloia che proseguirà il suo percorso nel gruppo Gedi.
MICHELE BRAMBILLA E LE ORIGINI NON LIGURI
Nato a Monza il primo novembre 1958, Brambilla ha lavorato per vent’anni al Corriere della Sera, poi in ordine cronologico: direttore de La Provincia di Como, vicedirettore di Libero e poi del Giornale, inviato e poi vicedirettore de La Stampa, direttore della Gazzetta di Parma, direttore del Quotidiano Nazionale e del Resto del Carlino.
“So che molti genovesi e liguri sanno anche essere molto critici con la propria terra e ancor di più con la propria gente. Il mio cognome – è un altro stralcio dell’editoriale di Brambilla – tradisce un’origine che non mi permette di interloquire da pari: ma a volte ci vogliono occhi nuovi per vedere quel che occhi assuefatti non apprezzano più”.
LA MISSION DEL ‘NUOVO’ SECOLO XIX
Di cosa si occuperà il Secolo XIX del nuovo corso Brambilla-Aponte? “L’anima del giornale resta quella del primo giorno di uscita, quasi 140anni fa. Innanzitutto – sottolinea il neo direttore responsabile – il legame con il proprio territorio. Le cronache locali insomma, perché poche cose sono più indispensabili del sapere cosa accade nelle porte accanto. Ma questo vuole dire che il Secolo – conclude il direttore responsabile – quando guarderà all’Italia e al mondo, vi guarderà con gli occhi di Genova, della Liguria, del mare”.