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Chi per il post Decaro all’Anci? Ecco chi scalda già i motori

Anci

Nel 2024 bisognerà eleggere il nuovo presidente Anci, il sindaco di Napoli Manfredi già lavora per la successione. Il centrodestra potrebbe puntare su Bucci

Tra poche settimane, il 24 ottobre, si aprirà a Genova la 40’ assemblea annuale dell’Anci. Sarà l’ultima per Antonio Decaro nelle pienezza dei suoi poteri. Perché nel 2024 si terrà l’assemblea congressuale per il rinnovo dei vertici.

Decaro, sindaco di Bari in quota Pd, è stato rieletto nel 2019 alla guida dell’associazione dei Comuni. Non potrà più ripresentarsi e, infatti, risulta tra i papabili ad avere un ruolo di primo piano nelle liste del Partito democratico nella circoscrizione Sud per le europee del prossimo giugno.
Nonostante manchi ancora un anno all’elezione del prossimo presidente Anci, già c’è chi scalda i motori per tessere reti di sindaci e alleanze da rinsaldare nei prossimi mesi e avvantaggiarsi così nella corsa al successore di Decaro.

IN PISTA PER LA GUIDA DELL’ANCI IL SINDACO DI NAPOLI

Tra questi c’è il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, eletto nel 2021 con il sostegno del M5S e del Pd. Manfredi è stato ministro dell’Università e Ricerca nel governo Conte II, il governo giallorosa, quindi è un nome sul quale potranno fare sintesi le due principali forze dell’opposizione.
Di reti e di come si costruiscono alleanze nei palazzi è un esperto, considerato che è stato dal 2014 al 2020 rettore dell’Università di Napoli e dal 2015 presidente di tutti i rettori d’Italia. Questo ruolo sicuramente gli ha consentito in questi anni di rinsaldare rapporti istituzionali che potranno tornare utili. Tra l’altro l’ex rettore, come scrive oggi il Mattino, “dall’inizio della sua avventura con la fascia tricolore ha girato l’Italia in lungo e largo mettendo in piedi una rete dei sindaci (…) per lui l’Anci è l’unica casa dei primi cittadini perché è una Istituzione nazionale in grado di dialogare con le altre Istituzioni al di là dei colori politici con i quali i sindaci sono stati eletti. Così tra patti bilaterali, protocolli e delibere scritte e votate all’unisono, la rete ha iniziato a funzionare e ad allargarsi. Manfredi si è mosso e si sta muovendo come una trottola con una netta accelerazione data in questi ultimi due mesi”.

MANFREDI VUOLE SGANCIARSI DA PD E M5S

L’assemblea congressuale dell’Anci del 2024, per designare il post Decaro, si dovrebbe tenere proprio a a Napoli. Anche da qui l’attivismo di Manfredi, che guarda molto al Pd. Come è inevitabile che sia, considerato che il Partito democratico continua a esprimere sindaci tra le città più importanti d’Italia. Anche se l’ex rettore “è alla ricerca di una visibilità e di un ruolo nazionale per ora sganciato dai partiti e l’Anci – scrive sempre il Mattino – sembra essere l’opportunità più concreta per due motivi: è un obiettivo molto vicino nel tempo e non implica una esposizione politica ad alta densità che non significa non mettere le mani nella politica”.

E IL CENTRODESTRA? CARTA BUCCI O TRANTINO

Manfredi ha le carte in mano per riuscire nel suo intento e sa che le chance aumentano se adotta una linea più istituzionale che politica. È vero infatti che il centrodestra alle ultime tornate amministrative è risultato in crescita, ma non abbastanza per poter rivendicare la guida dell’Anci. Un ‘regno’ che (al netto dei traghettamenti di Osvaldo Napoli nel 2011 e di Alessandro Cattaneo nel 2013) non è mai stato in grado di spodestare. Neppure ai tempi di Letizia Moratti sindaco di Milano o Gianni Alemanno primo cittadino di Roma.
L’unico nome che al momento potrebbe trovare consenso, per il suo profilo più civico che politico e in quanto apprezzato trasversalmente, è Marco Bucci, il sindaco di Genova. Meno chance avrebbero il sindaco di Catania Enrico Trantino (Fdi) o il primo cittadino di Trieste Roberto Di Piazza (Forza Italia).

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