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Ci toccherà ancora Bonomi a Confindustria?

bonomi confindustria

Scontro senza precedenti nella corsa alla presidenza di Confindustria. Orsini, uno dei quattro candidati, è stato convocato dai saggi, mentre l’uscente Bonomi si propone come paciere e si autocandida a proseguire il suo mandato per far calare la tensione

Nella corsa per la presidenza di Confindustria i colpi di scena non mancano. A pochi giorni dalla formalizzazione delle quattro candidature (Edoardo Garrone, Antonio Gozzi, Alberto Marenghi e Emanuele Orsini) si apre un duro scontro senza precedenti.

A doversi pronunciare è il comitato di designazione (i cosiddetti «saggi») insieme con i probiviri e il comitato di indirizzo etico. Il responso è stato rimandato al fine settimana (sarebbe dovuto arrivare ieri). Sotto la lente le candidature.

PERCHE’ ORSINI E’ STATO CONVOCATO DAI SAGGI

In particolare, come scrive Repubblica “scoppia il caso Orsini”. Il candidato alla presidenza, imprenditore emiliano del legno e dell’alimentare, colui che ha presentato il maggior numero di firme per la candidatura, subisce un brusco stop dai tre saggi (Mariella Enoc, Andrea Moltrasio e Ilaria Vescovi) incaricati di un esame preliminare per chi parteciperà alle elezioni.

L’attuale vicepresidente “con delega al credito e dal 2017 al 2020 presidente di FederlegnoArredo e della controllata Flae (con un emolumento annuale di 280 mila euro), è stato infatti invitato dai tre saggi, che hanno rinviato le loro audizioni ufficiali, a valutare – spiega il quotidiano diretto da Molinari – se portare avanti la propria candidatura. Questo alla luce di alcune lettere anonime giunte a Confindustria e di alcune vicende controverse relative alla sua gestione di Flae, di cui Repubblica ha dato conto la scorsa settimana.

Si tratta del leasing di una Porsche Panamera intestata alla Flae e in uso a Orsini, di cui alcuni consiglieri non erano a conoscenza, e di una scrittura privata con cui sempre Orsini si impegnava a rimborsare un debito di 10.640 euro al posto di un’azienda che gli aveva rifatto le finestre di casa e che avrebbe dovuto pagare una controllata di Flae. Soldi che però non sono mai stati versati”.

Repubblica aggiunge riferendo che “Orsini ha fatto sapere che non intende ritirarsi dalla competizione e che ha già querelato chi ha riportato in auge le vicende citate, ma ha anche minacciato di adire alle vie legali contro qualsiasi stop alla sua candidatura, ipotizzando nel frattempo di chiedere una sospensiva al processo elettorale in Confindustria. Un’eventualità, questa, che fa rabbrividire gli associati, che non hanno certo bisogno di vedere le proprie beghe interne esposte a tutti, indebolendo così l’associazione”.

BONOMI SI AUTOCANDIDA A PROSEGUIRE IL MANDATO

Come rivela poi il Quotidiano nazionale “la vicenda è finita per ora sul tavolo dei probiviri: una scelta anch’essa contestata da Orsini. Più o meno paradossalmente, in questo quadro di scontri, accuse e controaccuse, fonti beninformate raccontano – è l’indiscrezione riferita dal quotidiano – che l’attuale presidente, Carlo Bonomi, avrebbe scritto una lettera nella quale si propone come pacificatore e, dunque, sollecita la prosecuzione del suo mandato per far calare la tensione che la contrapposizione tra candidati sta producendo nella principale associazione degli industriali italiani”.

ORSINI IN VANTAGGIO, MA GARRONE INCALZA

Sempre Qn fa presente che “Orsini ha un vantaggio in termini di grandi elettori, ma Garrone può già contare sul superamento della soglia del 20 per cento, richiesta per partecipare alla volata finale, avendo dietro la potente Assolombarda (e, dunque, il presidente uscente Carlo Bonomi). Con quest’ultimo, del resto, si sono schierati anche il Piemonte, metà del Veneto, Varese, la Liguria (dove, però, non mancano i consensi per Gozzi). Mentre Orsini ha dalla sua gli emiliani, metà Toscana, metà Veneto, una parte consistente del Lazio, tutti i giovani e anche pezzi di Sud”.

“Entrambi – conclude il Quotidiano nazionale – sono ben messi, ma non al punto da non avere bisogno di alleanze. E qui entrano in gioco gli altri due competitori: Garrone punta a un accordo con il mantovano Marenghi. Orsini, invece, potrebbe raggiungere un patto con Gozzi, che a quel punto potrebbe far schierare con l’attuale vicepresidente anche l’industriale bresciano Pasini”.

Leggi anche: Confindustria, la corsa di Orsini e l’ostacolo Federlegno

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