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Come funzionano le vaccinazioni in azienda
Da maggio via alle vaccinazioni in azienda su base volontaria. Ecco come si svolgeranno
Ieri il governo ha sottoscritto l’accordo con le parti sociali per dare avvio alle vaccinazioni in azienda su base volontaria a partire da maggio. Tutti i lavoratori, indipendentemente dalla tipologia di contratto, potranno ricevere il vaccino. A occuparsi della somministrazione saranno medici aziendali e della rete Inail adeguatamente formati.
QUALI AZIENDE POTRANNO VACCINARE
Tutte le aziende, indipendentemente dalle dimensioni, potranno scegliere se procedere con le vaccinazioni – quelle più piccole potranno mettersi d’accordo con quelle più grandi o appoggiarsi alle strutture dell’Inail. Le imprese che intendono aderire all’iniziativa devono comunicarlo all’Azienda sanitaria di riferimento, la quale fornirà direttamente le dosi.
NESSUN OBBLIGO
L’accordo per le vaccinazioni in azienda, sottoscritto tra le parti sociali e i ministri Orlando e Speranza, non prevede l’obbligo di vaccinarsi per i lavoratori. Solo chi vorrà potrà sottoporsi alla somministrazione del siero anti Covid presso i centri vaccinali predisposti sul luogo di lavoro. Questa operazione può essere utile per quei lavoratori che non si trovano nel luogo di residenza.
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CHI PAGA
I costi per spazi, logistica, medici e infermieri saranno a carico dell’azienda e i vaccini – con relative siringhe – a carico del Servizio sanitario regionale. Sollevata la responsabilità penale per eventuali eventi avversi al vaccino.
Se la vaccinazione avviene in orario di lavoro, il tempo necessario è equiparato a orario di lavoro. Conteranno, invece, come malattia i giorni successivi, necessari in caso di effetti avversi.
COSA SI DICE DELL’ACCORDO
Per il ministro Orlando e le parti sociali l’accordo è “perfettibile, ma punto fermo e una buona notizia per il Paese”. Per il segretario generale Cgil Maurizio Landini si tratta di “un’intesa importante” così come di “un segnale di grande responsabilità” per il segretario generale Cisl Luigi Sbarra. Soddisfazione anche da parte di Pierpaolo Bombardieri della Uil: “Grande risultato, la sicurezza prima di tutto”.
IL PROTOCOLLO PER LE AZIENDE
Ieri è stato anche aggiornato il Protocollo per la sicurezza nei luoghi di lavoro che ora prevede che per il rientro al lavoro dopo l’infezione è necessario un tampone molecolare o antigenico negativo. È stato inoltre confermato il principio secondo cui la mancata attuazione del Protocollo provoca la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.