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Come procede la campagna elettorale di centrodestra, centrosinistra, M5s e Terzo Polo

Cosa succede tra centrodestra, centrosinistra, Terzo polo e M5S negli ultimi giorni di campagna elettorale 

Se Enrico Letta lancia la “rimonta” del Pd con un “allarme democrazia” per il “rischio” che correrebbe, a suo avviso, la Costituzione “di essere stravolta in caso di vittoria “della destra” (come chiama la coalizione degli avversari), il centrodestra appare più concentrato sui contenuti del programma unico e dei singoli partiti.

Al centro degli interventi dei leader il tema dell’emergenza energia. Giorgia Meloni, presidente di FdI, a “Porta a Porta” da Bruno Vespa risponde con una battuta ironica ma pungente al forte attacco di Letta a tutta la coalizione: “Ho letto il programma del Pd e ho trovato scritto: Giorgia Meloni. Io non metterei mai il nome di Letta nel mio programma”. Scherza: “Ecco, se smetto di far politica cosa scrivono poi?”.

La campagna elettorale non è un pranzo di gala e anche il Pd le sue proposte le ha e le fa, a cominciare dall’emergenza energia, ma quello che più sembra dominare nella sfida di Letta, per cercare di risultare primo partito, (“Possiamo ancora farcela”, ammonisce i suoi) è “l’allarme democrazia” contro gli avversari. Come se la premessa fosse un rifiuto pregiudiziale dello stesso principio dell’ alternanza, attraverso la delegittimazione dell’avversario giudicato “un pericolo”.

Un approccio che anche il leader pentastellato Giuseppe Conte, per il quale il leader Pd definisce il voto “non utile”, boccia come “ideologico”. Ma il duello nell’ambito del centrosinistra Letta lo ingaggia soprattutto con il “terzo polo” di Carlo Calenda e Matteo Renzi. Li accusa di rischiare di far vincere “la destra”, perché “la sfida si gioca”, soprattutto, ricorda, “in 60 collegi uninominali e se lì il ‘terzo polo’ ci sottrae un 4 per cento, fa vincere loro”.

Letta paventa il rischio di uno scenario del 70 per cento dei seggi assegnati a quella “destra” accusata di poter “stravolgere la Costituzione”. Matteo Salvini nel suo tour nel Nord-est, a Venezia, presentando con il condirettore di Libero, Pietro Senaldi, il libro di Giuseppe Valditara (ex senatore di An) e Alessandro Amadori È l’Italia che vogliamo, ribatte: “È previsto dalla stessa Costituzione che può essere modificata e quanto agli attacchi alla legge elettorale (il Rosatellum, ndr), ha il nome proprio di uno che era del Pd (Ettore Rosato, ora con Renzi, ndr). Il problema è che Letta non ha argomenti, come quando a Cernobbio gli ho ricordato che sono stati proprio Pd e Cinque Stelle a votare in Europa contro nucleare e gas”.

Maurizio Gasparri, senatore azzurro in corsa a Roma e nel Lazio: “Da Letta argomenti patetici perché consapevole della sconfitta”. Calenda risponde al leader del Pd: “Così hai detto di aver già perso”. Silvio Berlusconi, che nella pillola quotidiana di programma sui social, si concentra contro multe e sanzioni, invitando i Comuni a non farci cassa ma a ridurle di fronte alla grave emergenza economica e sociale, taglia corto: “Io parlo di programmi, dalla sinistra invece vengono solo attacchi. Noi siamo affidabili e la flat tax la faremo”.

Il Cav sottolinea che il centrodestra è “un’alleanza solida e compatta”. Il vicepresidente e coordinatore azzurro, Antonio Tajani, ricorda che “Forza Italia è in buona salute”, a differenza di sondaggi che la vedono superata dal ‘terzo polo’. Stefania Craxi ( FI) , presidente della commissione Esteri del Senato accusa Calenda e Renzi di “volere solo il pantano”.

Ma è sull’emergenza energia che appare soprattutto concentrato il centrodestra. Tutti d’accordo per un “Recovery” europeo. Restano le differenze su alcune soluzioni. Del resto, le regole stesse che si è data la coalizione prevedono che ognuno faccia la sua campagna elettorale e chi prenderà più voti sarà proposto come premier al Capo dello Stato. Sullo scostamento di bilancio: sì di Salvini, che sollecita interventi urgenti ed ampi del governo, come hanno fatto Germania e Gran Bretagna; no, invece, di Meloni, secondo la quale “non fermerebbe la speculazione sul prezzo del gas”. FI ha una posizione intermedia secondo la quale per Tajani sarebbe “l’ultima ratio”. Il leader della Lega però sottolinea: “Saremo noi a tornare a governare e sarò felice di farlo ancora, ma non vorrei che la sinistra giocasse allo sfascio contro di noi. Come ha detto il segretario della Cisl Luigi Sbarra, è a rischio 1 milione di posti di lavoro”.

Intanto, Meloni, data in testa dai sondaggi, alla domanda se intende fare il premier risponde: “Se vinco non mi tiro indietro. Sono molto attenta a quello che dicono gli italiani, se dicono che devo guidare questa nazione, proporrò al presidente della Repubblica di poter guidare il governo per rispetto dei cittadini”. La presidente di FdI non esclude per il presidenzialismo anche una Bicamerale, ma “non mi farò impantanare dalla sinistra”. E proprio per evitare in futuro “nuovi governi arcobaleno” ritiene necessario non solo che centrodestra vinca, ma anche che esprima il primo partito in assoluto, anche rispetto al Pd, “FdI sta lavorando per farcela”. Questo secondo Meloni sarebbe un punto di forza per tutto il centrodestra di fronte a “retroscena giornalistici con scenari che ipotizzano incarichi affidati anche al Pd se diventasse primo”. Ma, appunto, sempre secondo le regole della coalizione, ogni partito in questa campagna elettorale, che vedrà probabilmente i leader insieme sul palco il 22 settembre a piazza del Popolo a Roma, lavora per avere il primato.

Salvini, raffigurato dai media mainstream come “isolato” per i suoi dubbi sull’efficacia delle sanzioni alla Russia, pur condannando con nettezza la guerra di Putin, dato per “doppiato” da FdI al Nord-est, dove però 400 sindaci veneti ieri lo hanno accolto con un’ovazione, invitato da alcuni giornali a tornare a rifare della sua Lega nazionale il sindacato del Nord, tira dritto nei suoi tour da un capo all’altro della Penisola. Berlusconi prevede che “Forza Italia avrà un buon risultato” e sottolinea che è il “centro europeista, garantista, atlantista”.

Insomma, competition is competition. Ma Meloni dice: “Tra noi possiamo anche litigare però no a ricostruzioni ad arte di alcuni giornali, come la mia foto con le mani nei capelli a Cernobbio mentre Salvini non aveva ancora parlato e, invece, pubblicata come fosse un dissenso con lui”. E Salvini: “Nessuno pensi di dividermi da Giorgia e da Silvio”.

Articolo pubblicato su Start Magazine 

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