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Coronavirus. Patuelli (Abi): dopo la crisi facciamo le infrastrutture

Patuelli Decreto Liquidità

“Lo Stato dovrà fare la sua parte investendo in infrastrutture materiali e immateriali”. A dichiararlo Antonio Patuelli presidente dell’Abi a 24Mattino su Radio 24

“Sono d’accordo su quelli che esaminano come l’Italia dovrà riprendersi e lo Stato dovrà fare la sua parte investendo in infrastrutture materiali e immateriali”. Lo ha affermato il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, a 24Mattino di Simone Spetia e Maria Latella su Radio 24 questa mattina. “Le costruzioni sono il comparto che ha sofferto di più in un decennio e l’edilizia è fattore più accelerato di sviluppo”. Il presidente dell’Associazione bancaria italiana si è detto d’accordo sul principio che chi riceva l’aiuto pubblico debba limitare dividendi e bonus: “se lo stato interviene con soldi di tutti poi non possono diventare soldi di pochi. Bisogna distinguere chi riceve fondi dello stato e chi va avanti con le proprie risorse e proprie energie e quindi può essere più libero come impresa”.

CORONAVIRUS, “PIOGGIA DI METEORITI NEL NOSTRO PAESE”

“Una pioggia di meteoriti  si è diffusa nel nostro Paese concentrandosi in termini di salute nel Nord Italia. È difficile avere delle certezze previsionali per i mesi prossimi perché tutto dipende dalla durata del virus. Sono prudente sulle previsioni ma sono molto più impegnato per le soluzioni” sottolinea Patuelli. “Questo è un momento di straordinario impegno per le soluzioni”.

“RIPENSARE ALLO SFRENATO REGIONALISMO”

Secondo il presidente dell’Associazione bancaria italiana, dopo questa traumatica emergenza, occorrerà “ripensare allo sfrenato regionalismo che stiamo vivendo da vent’anni, ovvero dalla riforma del titolo V.

SÌ A MAGGIORE PRUDENZA CON I CAPITALI STRANIERI

A chi gli chiede dell’allarme del Copasir su eventuali acquisizioni su banche e assicurazioni italiane, indebolite dal Coronavirus, Patuelli risponde: “Io sono d’accordo che ci debba essere attenzione perché ci sono grandi capitali malavitosi estero vestiti e capitali di paesi dittatoriali che possono fare incursioni di grande facilità”.  “Noi siamo stati il paese aperto più di tanti altri ai capitali e ora si deve porre l’interrogativo e seguire esempi di maggiore prudenza come la Francia”.

BANCHE: CAMBIO NORME DIFFICILE, MEGLIO GARANZIA

Cambiare le norme sulla concessione dei prestiti bancari alle imprese “solo in Italia” è difficile e quindi la strada migliore “è estendere al 100% la garanzia dello Stato” ai nuovi finanziamenti come “ha detto il ministro dello sviluppo Patuanelli”. Lo ha precisato il presidente Abi rilevando come “noi banche continuiamo a lavorare su doppio piano: con norme stringentissime europee e nazionali che hanno ingessato la possibilità delle banche di discrezionalità e che non sono cambiate e, dall’altro lato, iniziative come la moratoria di allungamento prestiti e l’anticipazione Cig che però non esauriscono tutti i problemi”. “Quando chiediamo più garanzie per le imprese significa trovare possibilità di dare più liquidità alle imprese, evitando la gabbia di norme che sono rimaste le stesse”. Secondo Patuelli “il problema è che viviamo in emergenza” e quindi è  giusta l’idea che lo “Stato dia garanzie e si controlla che non vengano sperperate”.

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