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Cos’è lo SWIFT e cosa c’entra con le sanzioni per la Russia

SWIFT

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky  chiede la disconnessione della Russia dallo SWIFT. Favorevoli Regno Unito, Estonia, Lettonia e Polonia. Nicchiano USA e Ue. Ma di cosa si parla?

Sono sempre più più numerosi i Paesi che chiedono che la Russia sia esclusa dalla rete SWIFT. Nelle ultime ore, il Regno Unito si è associato alla richiesta di Estonia, Lettonia e Polonia. Lo ha riferito Financial Times, citando un funzionario di Londra secondo cui il premier britannico, Boris Johnson, spinge “con molta forza” perché la Russia sia estromessa dal sistema.

L’UCRAINA CHIEDE L’ESTROMISSIONE DI MOSCA DALLA SWIFT

’’Sta arrivando un pacchetto di ulteriori severe sanzioni contro la Russia da parte dell’Unione europea. Ho discusso tutti i dettagli con il presidente francese Emmanuel Macron’’, è quanto ha minacciato nella serata di ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dicendo che Kiev ’’chiede la disconnessione della Russia dallo SWIFT, l’introduzione di una no-fly zone sull’Ucraina e altre misure efficaci per fermare l’aggressore’’.

COS’È LO SWIFT?

Ma di cosa stiamo parlando? Si tratta della più grande rete di pagamenti bancaria al mondo:  sono oltre 11mila gli istituti di credito, localizzati in 200 Paesi, che fanno parte del sistema e si scambiano circa 40 milioni di codici al giorno che forniscono informazioni sull’istituto di credito di partenza del denaro, su quello di arrivo, sul Paese di origine e quello destinatario, oltreché sulla filiale interessata dallo spostamento di soldi.

Chi fa parte del sistema riceve un codice SWIFT (chiamato anche BIC, Bank Identifier Code), ovvero un codice di sicurezza assegnato dalla Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication (da qui l’acronimo SWIFT) che serve a identificare uno specifico istituto bancario: a ogni codice SWIFT, quindi, corrisponde una banca. Esserne estromessi significherebbe ritornare al medioevo: impedire ai correntisti degli istituti russi di portare avanti affari internazionali e ai correntisti di altri Paesi di fare affari in Russia.

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