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Ddl delega Giustizia, tutti i punti della riforma

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Domani in Cdm anche il ddl delega di riforma della Giustizia. Le novità nel provvedimento, le critiche di Salvini e le risposte di Bonafede

Sarà uno dei punti all’ordine del giorno del pre Consiglio dei ministri di oggi. Anzi, c’è da giurare che il ddl delega di riforma della Giustizia, su cui da tempo sta lavorando il Guardasigilli Alfonso Bonafede, sarà il tema principale della riunione odierna a Palazzo Chigi ma soprattutto del Consigli dei ministri in programma domani: non solo per l’importanza del provvedimento ma anche, e soprattutto, perché rischia di essere l’ennesimo detonatore di un matrimonio sempre più in crisi, quello fra la Lega di Matteo Salvini e il Movimento Cinque Stelle di Luigi Di Maio. A dare la notizia della presenza del ddl sulla riforma della Giustizia nel pre Cdm è l’agenzia Public Policy, mentre ieri il responsabile del dicastero di via Arenula, in un’intervista al Corriere della Sera, si era limitato a dire di voler portare il provvedimento in Cdm il prima possibile.

COSA PREVEDE IL DDL DI RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

Sono parecchie le novità introdotte dal provvedimento fortemente voluto dal Guardasigilli. Ad esempio viene modificato il meccanismo di elezione per i membri del Csm con l’elezione vera e propria che verrà preceduta dal sorteggio tra i candidati; c’è poi il limite di sei anni per la conclusione di un processo, dai 9 anni della proposta originaria, e la stretta sui magistrati che decidono di fare politica per cui non sarà più possibile rimettere la toga se si è ricoperto un ruolo nella Pubblica amministrazione. Per quanto riguarda le indagini preliminari si stabilisce che vengano svolte entro sei mesi per i reati per cui la legge prevede la pena pecuniaria o la detenzione per non più di tre anni ed entro un anno e sei mesi al massimo per i casi più gravi. Previste sanzioni disciplinari per i pubblici ministeri che per “dolo o negligenza inescusabile” non rispettano queste scadenze.

LE CRITICHE DEL CARROCCIO E DELL’ANM

I malumori della Lega per il provvedimento riguardano in particolare i tempi dei processi, che secondo Salvini – il quale ha ammesso di aver letto una bozza – non vengono tagliati e il fatto che non vengano separate le carriere tra giudici e pm. Per il ministro dell’Interno, inoltre, che definisce la riforma “troppo timida”, non viene dato spazio al merito. Altro nodo le intercettazioni, su cui Salvini vorrebbe che si intervenisse.

Le critiche dell’Associazione nazionale magistrati, invece, si appuntano su un’altra novità del ddl, ovvero il sorteggio per la composizione del Csm. L’Anm definisce la norma “incostituzionale” ma su questo punto Bonafede ha sottolineato di non voler tornare indietro.

L’INTERVISTA DI BONAFEDE AL CORRIERE

Nelle sue dichiarazioni di ieri al Corriere della Sera Alfonso Bonafede ha auspicato che la Lega cooperi a un’approvazione rapida del provvedimento perché “bloccare una riforma che riduce i tempi della giustizia civile e penale significa bloccare l’economia italiana” e inserire nel ddl delega il tema delle intercettazioni e quello della separazione delle carriere “significa affrontare altri tipi di questioni e quindi procrastinare i tempi di questa riforma”. Un ritardo, ha sottolineato, che “il Paese non si può permettere”. “Sarebbe assurdo bloccarla ora da parte della Lega attendo di capire e vedere che atteggiamento avranno. Confido che anche stavolta non si voglia bloccare una riforma epocale”.

“Mi aspetto un atteggiamento costruttivo e favorevole” ha aggiunto ricordando che il testo del provvedimento “è il frutto di costanti incontri avuti con la ministra della Lega Giulia Bongiorno, oltre che del confronti con magistrati e avvocati” e notando: “Io diffido dalle leggi che accontentano tutti. Magistrati e avvocati non possono che confermare di essere stati convocati e ascoltati, ma poi le decisioni finali spettano a me, che me ne assumo la responsabilità. E ritengo che sia nel settore civile che in quello penale abbiamo introdotto novità importanti di cui si gioveranno tutti”.

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