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Decretone e Caso Diciotti, i lavori delle aule parlamentari

Salvini

Al Senato il 21 si vota sull’autorizzazione a procedere per Salvini sul Caso Diciotti

In un giorno ad alta tensione per la maggioranza, agitata dalle parole di Matteo Salvini sulla flat tax, il “decretone” su reddito di cittadinanza e pensioni ha avviato oggi il cammino in Aula alla Camera.

LA DISCUSSIONE SUL DECRETONE

Dopo il via libera del Senato, a Montecitorio è in corso la discussione generale sul provvedimento (33 iscritti a parlare, per una decina di ore di dibattito) e domani partiranno le votazioni. E’ probabile che il governo decida di porre la fiducia per garantire l’approvazione prima delle regionali di domenica in Basilicata. Se ci saranno modifiche il testo dovrà poi tornare al Senato: a Palazzo Madama è stata già “liberata” la settimana prossima, dato che l’ok definitivo deve arrivare prima del 29 marzo, pena la decadenza del decreto.

NESCI (M5S): REDDITO DI CITTADINANZA NON SI TRATTA DI AIUTINI ECONOMICI

“Ciò che ci apprestiamo a votare – ha detto la relatrice Dalila Nesci (M5s) – non sono aiutini economici, com’è stato sostenuto dai detrattori di questa misura. Il reddito di cittadinanza porterà ad una riduzione della povertà assoluta, che sarà indotta dall’aumento di consumi e dai possibili effetti occupazionali che si innescheranno. Ci sarà dunque un aumento del Pil potenziale, riavviando la domanda interna. Dunque una vera redistribuzione della ricchezza e un aumento dell’inclusione sociale per le fasce più deboli della popolazione”. Per le opposizioni, però, il dl resta un “pasticcio”, con il reddito di cittadinanza che, per Maria Stella Gelmini (Forza Italia) si configura come “una misura unicamente assistenziale” e “con forti rischi di inquinamento e furberie”. Per modifiche sostanziali, però, non c’è più tempo. Anche la questione dei lavoratori precoci verrà rimandata. “E’ un tema importante e da parte mia ho sempre spinto affinché si facesse qualcosa di concreto il prima possibile – ha assicurato Claudio Cominardi, sottosegretario al lavoro e politiche sociali -. C’è l’impegno del governo di attuare, nei prossimi provvedimenti, una azione rivolta a questa categoria di lavoratori”.

IL 21 MARZO SI VOTA SU SALVINI

Per la settimana parlamentare, però, la data cerchiata in rosso è quella del 21 marzo quando in Aula a Palazzo Madama arriverà il voto sulla richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini nell’inchiesta sul caso “Diciotti”, in cui è indagato per sequestro di persona aggravato. Il ministro dell’Interno ha chiesto di respingere la richiesta, perché la gestione della vicenda è stato un “atto politico” del governo. Una linea difensiva sposata dal premier Giuseppe Conte. La giunta per le autorizzazioni presieduta da Maurizio Gasparri ha votato “no” al procedimento. Sul tema il M5s è spaccato. Luigi Di Maio ha invitato i parlamentari pentastellati ad adeguarsi all’indicazione venuta dalla consultazione online sulla piattaforma Rousseau negando l’autorizzazione, ma in Aula i mal di pancia dei senatori “ortodossi” potrebbe portare a sorprese. A maggior ragione in un momento in cui i rapporti nell’esecutivo giallo-verde sono ai minimi storici.

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