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Diciotti, cosa scrive Salvini nella memoria inviata alla giunta. Ecco il testo

Salvini Giustizia

La difesa del vicepremier Salvini: “Tutelato interesse pubblico”. 

“L’azione attuativa dell’indirizzo governativo” prevista dal punto 13 del contratto di governo “già di per sé stessa costituisce perseguimento di un preminente interesse pubblico, peraltro rappresentato anche dalla salvaguardia dell’ordine e della sicurezza pubblica che sarebbero messe a repentaglio da un indiscriminato accesso nel territorio dello Stato“. Sono le conclusioni della memoria che il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha inviato ieri alla giunta per le immunità del Senato che dovrà decidere sulla richiesta di autorizzazione a procede per il reato di sequestro di persona aggravato a carico del vicepremier per il caso della “Diciotti”.

LA MEMORIA TECNICA, NON POLITICA

Si tratta di una memoria “tecnica” e non “politica”, spiegano fonti della Lega, perché il giudizio della giunta deve essere appunto “tecnico”. Nella memoria si ricordano le linee in materia di immigrazione espresse anche dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella sua informativa in Parlamento del 12 settembre 2018 e infatti al documento sono allegati due documenti firmati rispettivamente uno dal premier e l’altro dal vice Luigi Di Maio e dal ministro dei trasporti, Danilo Toninelli.

LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI

Il documento, spiegano le fonti, ripercorre i momenti salienti dell’arrivo dei migranti da Malta in Italia. Un passaggio importante riguarda la responsabilità per gli oneri di prima accoglienza che “sono sempre stati in capo al governo maltese” anche quando la Diciotti aveva già attraccato a Catania il 20 agosto 2018. Un dettaglio, si rileva, “da non sottovalutare perché documenta che lo Stato Italiano ha portato fin da subito all’attenzione dei partner europei le problematiche della vicenda per la soluzione della controversia internazionale”. La memoria sottolinea che ogni azione del titolare del Viminale “abbia avuto esclusivamente una finalità di pubblico interesse”. Tra gli altri passaggi, nel documento si sottolinea che nella controversia con Malta, ogni decisione presa “rientra in via esclusiva nella intangibile competenza sottesa alle scelte dello Stato Italiano di esercitare le proprie prerogative – paritariamente a quelle degli altri Stati – nell’ambito appunto dei principi ispiratori della Carta Costituzionale”. Al riguardo, si ricorda, l’art. 11 Cost. dispone che la limitazione della sovranità nazionale avviene nel rispetto e nei limiti a che anche l’altrui sovranità nazionale rispetti i medesimi limiti nonché comunque per la soluzione delle controversie internazionali in modo pacifico, e l’art. 117 Cost. attribuisce rilevanza costituzionale alla corretta attuazione degli obblighi derivanti dal diritto dell’Unione Europea e quindi ad ogni iniziativa politica tendente ad ottenerne una modifica. In tale quadro, il Governo “ha posto in essere tutti gli strumenti di soluzione del conflitto, che sono stati concretamente attuati attraverso il coinvolgimento delle Istituzioni Europee per il tramite degli Organi Ministeriali della branca dell’esecutivo (Ministero Esteri) a ciò deputata”.

LA REDISTRIBUZIONE DEI MIGRANTI

Al centro della discussione politica e internazionale la questione della redistribuzione dei migranti tra i vari paesi europei rappresenta il punto di partenza e di arrivo di ogni atto compiuto dal ministro dell’Interno in accordo con gli altri componenti del governo. “Sin dal 14.07.2018 – si legge ancora nella memoria – il Governo Italiano ha indirizzato una missiva, a firma del Presidente del Consiglio, ai vertici dell’Unione Europea, richiamando gli esiti del Consiglio Europeo del 28.06.2018 in modo da definire le modalità di redistribuzione dei migranti. Missiva nella quale il Presidente del Consiglio ha manifestato la volontà del Governo di richiedere l’adeguamento immediato del piano Eunavfor Med-Sofia in relazione al porto di sbarco che non può essere solo italiano”. In questa logica, la memoria ripercorre anche altre atti del governo sul tema come la “nota verbale” del 19.08.2018, n. 6707, della Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’Unione Europea per capire che non si era in presenza di una mera personale iniziativa politica del Ministro, bensì di una iniziativa dello Stato Italiano (Governo) conforme a una precedente prassi che si è consolidata a livello di consuetudine. In quell’atto si afferma infatti che “…in precedenti occasioni è stato possibile realizzare una ripartizione tra Paesi dell’Unione Europea dell’accoglienza delle persone soccorse in mare. …l’Italia è convinta che l’attuale emergenza della nave ‘Diciotti’ debba necessariamente essere affrontata con il medesimo approccio, in linea con i principi di solidarietà e di condivisione tra i Paesi dell’Unione Europea concordati all’ultimo Consiglio Europeo in materia di gestione dei flussi migratori. Al fine di dare concreta attuazione a tale approccio e alle conclusioni dell’ultimo Consiglio Europeo il Governo italiano ritiene indispensabile che la Commissione Europea assuma l’iniziativa per individuare un gruppo di partner europei disponibili ad accogliere le persone salvate dalla nave della Guardia Costiera italiana. Soltanto un’azione decisa da parte delle istituzioni europee, che l’Italia è naturalmente pronta a sostenere, potrà consentire di superare le attuali difficoltà che impediscono l’individuazione di un porto di sbarco delle persone soccorse dalla nave ‘Diciotti'”.

INIZIATIVA DEL GOVERNO COERENTE CON LA POLITICA

Dalla memoria, concludono le fonti, emerge “come proprio sulla specifica vicenda ‘Diciotti’ si è in presenza di una iniziativa del governo italiano coerente con la politica dello Stato sui flussi migratori, peraltro risultante anche dal Contratto di Governo, che non può essere svilita come mera presa di posizione politica avulsa dal contesto generale delle strategie governative, specialmente in occasione di un salvataggio avvenuto solo per far fronte alle omissioni di Malta”. Un altro aspetto illustrato nella memoria riguarda l’ordine pubblico che il ministro dell’Interno “ha il dovere, prima ancora che il potere, di tutelare”.

 

ECCO IL TESTO DELLA MEMORIA INVIATA ALLA GIUNTA

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