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Ecco come il ddl Zanda vuole aumentare lo stipendio dei parlamentari

Grillini Question Time

Il ddl presentato dal Senatore dem Zanda, il 27 febbraio scorso, riguarda la modifica del trattamento economico dei parlamentari italiani.

Per il Senatore “occorre affrontare la questione del trattamento economico dei parlamentari secondo un approccio nuovo, che vincoli tutte le componenti del trattamento a un parametro obiettivo e indipendente dall’ordinamento nazionale, sottraendolo alle pulsioni politiche e alle strumentalizzazioni di parte”.

Cosa prevede in sintesi il ddl:

STIPENDIO UE

La proposta ha come cardine l’aggancio dell’indennità dei parlamentari italiani a quella dei parlamentari europei. Infatti, per Zanda “Il migliore ancoraggio obiettivo e autorevole per il trattamento dei parlamentari italiani è quindi quello al trattamento riconosciuto ai membri del Parlamento europeo sulla base della disciplina che lo stesso si è dato”.

TFR

Ai parlamentari italiani verrebbe corrisposta anche una sorta di liquidazione di fine mandato, prevista anch’essa nel trattamento economico dei parlamentari europei, calcolata, si legge nel testo della relazione del ddl, su “tante quote mensili quanti sono gli anni di esercizio del mandato, e comunque per un minimo di sei mesi e un massimo di ventiquattro mesi”.

VITALIZIO

Il ddl Zanda contiene, infine, un “trattamento differito di natura assicurativa” (non quindi un vero e proprio vitalizio), che verrebbe determinato con un “metodo di calcolo contributivo, dopo cinque anni di mandato parlamentare e al compimento del 63° anno di età”.

GLI “STIPENDI” AUMENTANO

Da un conteggio fatto a spanne, emerge che se il trattamento economico di deputati e senatori venisse agganciato a quello dei parlamentari europei, lo “stipendio” medio mensile aumenterebbe passando dai 13 – 14 mila euro mensili attuali, ai 16 – 19 mila.

LA PROPOSTA ZANDA NON PIACE AL PD

Il Pd ha smentito, con un nota, la paternità dell’iniziativa, derubricandola ad “iniziativa” di un singolo parlamentare: “Non esiste alcuna proposta del Pd sul tema delle indennità dei parlamentari, quanto iniziative di singoli parlamentari, anche autorevoli, nello svolgimento della loro attività istituzionale”.

Ancora più netto il senatore Dario Parrini, capogruppo del Pd nella Commissione Affari costituzionali che su Facebook ha dichiarato: “E’ nota la mia stima per il presidente Zanda ma non condivido la sua proposta sul trattamento economico dei parlamentari. Se e quando dovessimo discuterne negli organismi del Pd, spiegherò, anche come capogruppo del Pd in Commissione Affari Costituzionali del Senato, come mai penso che non possa diventare la posizione del mio partito”.

https://www.facebook.com/dario.parrini.5/posts/1499895610140814

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