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Ecco i papabili alla carica di Commissario Ue, dopo la rinuncia di Giorgetti

Giorgetti

Chi sono i papabili per la poltrona di commissario Ue dopo il passo indietro del sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti

Si infiamma il totonomi per la poltrona di commissario Ue dopo il passo indietro di Giancarlo Giorgetti. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio lo aveva detto chiaramente pochi giorni fa durante un’intervista a Sky — “Non sono interessato, ringrazio per la stima” — e lo ha indirettamente ribadito ieri asserendo che in questa prima fase di nomine in Europa “l’Italia è stata tagliata fuori dall’asse franco-tedesco”. Secondo rumors riportati oggi anche dal Corriere della Sera a pesare sulla sua scelta pure il “fastidio” per la tesi che stava prendendo corpo secondo cui il suo “esilio” a Bruxelles sarebbe servito a rinsaldare i rapporti tra Lega e Movimento Cinque Stelle. Ma a questo punto chi potrebbe essere scelto per un incarico la cui natura in realtà ancora non è nota?

Se infatti il presidente del Consiglio Giuseppe Conte afferma di aver avuto “garanzie” per la delega alla Concorrenza, sempre il Corriere ipotizza che Matteo Salvini preferirebbe per l’Italia un commissario all’Agricoltura o all’Industria.

DOMENICO SINISCALCO

In pole position per la sua vicinanza a Giorgetti ci sarebbe Domenico Siniscalco, economista torinese, 65enne. Ex “Reviglio boy”, per 16 anni ha insegnato Economia politica all’università di Torino e in seguito in altri atenei. Siniscalco è stato direttore generale del Tesoro tra il 2001 e il 2005, succedendo a Mario Draghi, e per due volte ministro dell’Economia durante i governi Berlusconi. Questa esperienza è terminata per il mancato appoggio da parte dell’esecutivo alla sua richiesta di dimissioni dell’allora governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio. Oggi è vicepresidente della banca d’affari Morgan Stanley, incarico che ricopre dal 2006.

GIULIO TREMONTI

Quasi 72 primavere per Giulio Tremonti, di Sondrio, avvocato tributarista, un passato da accademico e da socialista. Ex deputato e senatore prima con Forza Italia, poi con il Popolo della Libertà, è stato anche vicepresidente della Camera, ministro dell’Economia nei quattro governi Berusconi e per poco più di un anno vice presidente del Consiglio tra 2005 e 2006. Editorialista di vari giornali e autore di vari testi economico-finanziari, attualmente è presidente dell’Aspen Institute. Due mesi fa è uscito il suo ultimo libro “Le tre Profezie”, sottotitolo “Appunti per il futuro”.

GIAMPIERO MASSOLO

Nato a Varsavia 64 anni fa, Giampiero Massolo ha iniziato la carriera diplomatica a 24 anni. Fra le sue esperienze vicino ai palazzi della politica si ricordano l’incarico di vicesegretario generale del ministero degli Affari esteri, in seguito quello di capo di gabinetto della Farnesina e poi di segretario generale dello stesso dicastero. Tra il 2012 e il 2016 Massolo è stato direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. Attualmente è presidente di Fincantieri e dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi).

FRANCO FRATTINI

Romano, 62enne, avvocato, Franco Frattini è entrato in politica nel 1994 con Silvio Berlusconi. Deputato in tre legislature, è stato per due volte ministro degli Affari esteri, vicepresidente della commissione Europea e commissario alla Giustizia, Liberà e Sicurezza durante la presidenza Barroso, tra 2004 e 2008. In precedenza ancora per due volte ministro per la Funzione pubblica e presidente del Copaco tra il 1996 e il 2001.

ENZO MOAVERO MILANESI

La nomina di Enzo Moavero Milanesi, nato a Roma nel 1954, lascerebbe scoperta la guida della Farnesina e creerebbe un nuovo problema di equilibri fra le due forze del governo gialloverde. Docente di diritto in diverse università italiane e attuale direttore della School of Law della Luiss, Moavero Milanesi è stato capo di gabinetto di Mario Monti quando questi era commissario europeo al Mercato interno e poi alla Concorrenza. In seguito, dal 2002 al 2005, è stato vicesegretario generale della Commissione europea, ministro per gli Affari europei prima con Monti e poi con Enrico Letta, nel 2018 presidente dell’Osce e dal 1 giugno dello scorso anno ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale.

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