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Economia malata di Covid anche nel 2021. Quanto stiamo perdendo?

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Non c’è redenzione per l’economia italiana. Tra pandemia e chiusure i dati di gennaio saranno pessimi. E a tutto ciò si aggiunge la crisi politica

Più che l’anno della rinascita, il 2021 pare l’anno della ricaduta. Nell’incubo del Covid, ovviamente, ma pure in un nuovo baratro per la nostra economia. Sono assai fosche le nuove stime di Confcommercio: “quanto al Pil di gennaio la stima è di un -0,8% su dicembre, quinto calo consecutivo, e di un -10,7% sullo stesso mese del 2020. Nel quarto trimestre il Pil dovrebbe ridursi del 3% rispetto al terzo quarto del 2020 e del 7,5% tendenziale per una chiusura annua a -9%”.

SANGALLI: “SERVONO CERTEZZE”

“Il 2021 inizia , più in salita del previsto- spiega Carlo Sangalli, numero 1 della principale associazione dei commercianti – ancora emergenza Covid, dati sui consumi in calo e Pil in forte riduzione. Difficile immaginare il rimbalzo previsto dal Governo nei prossimi mesi. Una situazione gravissima che rischia di peggiorare con la crisi politica in atto. Le imprese, che sono allo stremo, hanno bisogno di tre certezze: indennizzi immediati e commisurati alle perdite subite, regole chiare sulla riapertura delle loro attività, un progetto condiviso sull’utilizzo efficace del Recovery Plan”.

Il calo dell’11,1% è la sintesi di riduzioni del 41,3% per i servizi, i più colpiti dalle misure restrittive, e dello 0,6% per i beni. Nel complesso del 2020 l’indicatore segnala un calo del 14,7%, con una riduzione del 30,3% per i servizi e del 7,9% per i beni. Fanno eccezione a questo andamento solo le spese per l’alimentazione domestica (+2,1%) e per le comunicazioni (+8,7%).

I SETTORI PIÙ COLPITI DELL’ECONOMIA

Come già avvenuto nei mesi precedenti, per Confcommercio sono i servizi legati alla mobilità ed alla fruizione del tempo libero quelli che sono andati peggio, mentre i beni hanno beneficiato del tentativo delle famiglie di conservare un’apparenza di normalità durante le festività di fine anno. Di questa reazione hanno però poco beneficiato, nel confronto annuo, sia l’abbigliamento e le calzature (-12,1%) sia i carburanti (-20,7%). Per molti settori nel 2020 c’è stato un vero e proprio tracollo della domanda, con riduzioni ampiamente superiori al 50%, particolarmente nei comparti del turismo in senso lato, dei servizi ricreativi, dell’abbigliamento, delle calzature, dei mobili e dell’arredamento.

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