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Gomme sgonfie. Così il governo dimentica il settore dell’auto

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Anfia, Federauto e Unrae lamentano che il comparto è stato ignorato dall’esecutivo di Mario Draghi: “In un momento di grande difficoltà per gli italiani, gli incentivi stavano svolgendo quella funzione di stimolo ad acquisti più sostenibili in termini ambientali contribuendo, al tempo stesso, a contenere le pesanti perdite generate dall’effetto Covid-19 sul mercato dell’auto”

Le principali associazioni di categoria firmano un appello congiunto al governo, dato che ritengono stia colpevolmente ignorando il settore dell’auto. Delusione, infatti, per non aver trovato nel decreto Sostegni bis gli incentivi per la sostituzione di autoveicoli vecchi e inquinanti con veicoli di ultima generazione.  “Si sarebbe ripagata velocemente – è il commento amaro -, generando addirittura risorse aggiuntive per le casse dello Stato, come dimostrato da quanto già avvenuto in questi mesi”. Per Anfia, Federauto e Unrae è una nuova delusione, dopo che nel Piano nazionale di ripresa e resilienza non erano stati inseriti interventi per il sostegno alla domanda del settore auto sulle tecnologie a bassissime emissioni, “una dimenticanza che va contro la strategia di accelerare la transizione ecologica chiesta dall’Unione Europea”.

In questo modo “si rischia di frenare il percorso virtuoso intrapreso”, dato che “in un momento di grande difficoltà per gli italiani, gli incentivi stavano svolgendo quella funzione di stimolo ad acquisti più sostenibili in termini ambientali contribuendo, al tempo stesso, a contenere le pesanti perdite generate dall’effetto Covid-19 sul mercato dell’auto”.

Anfia, Federauto e Unrae ribadiscono dunque infine la necessità di “rifinanziare l’ecobonus per le auto e per i veicoli commerciali, misure che finora hanno permesso, anche di far ripartire un settore che occupa oltre un milione di addetti”. “Le previsioni di mercato per il mese di maggio sono allarmanti, chiediamo a Governo e Parlamento, che, in fase di conversione del decreto, le misure in vigore possano essere prorogate e rifinanziate in maniera sostanziosa”, concludono.

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