skip to Main Content

Il difficile cammino del Governo giallorosso e la mina vagante Renzi

Renzi Berlusconi

Il commento di Martino Loiacono per Atlantico quotidiano sulle difficoltà del governo giallorosso, di cui Renzi può dettarne l’agenda

Era chiaro che il governo giallorosso non sarebbe stato il trionfo che era stato strombazzato da molti. Ma nessuno si aspettava che sarebbe andato in difficoltà dopo poco più di un mese. Se si considerano la scissione renziana, una mina vagante che tiene sotto costante pressione il matrimonio tra Dem e M5S, i franchi tiratori che si sono opposti all’autorizzazione a procedere nei confronti di Sozzani e infine i soli tre voti di margine con cui è passata la Nadef, si capisce che la navigazione dei giallorossi è già più che travagliata. E mancano ancora le coperture per una manovra che si sta trasformando in una rissa.

RENZI IL GUASTAFESTE

Il guastafeste, come al solito, è quel Renzi che non si è dato per vinto dopo i suoi recenti fallimenti (referendum costituzionale ed elezioni politiche del 2018) e che è riuscito a tornare prepotentemente in campo con una clamorosa inversione a U, con cui ha proposto un governo istituzionale con i grillini. Salvo poi colpirlo, separandosi dal Pd, con una scissione che sta già iniziando a pesare notevolmente sulle sorti del neonato esecutivo.

CON ITALIA VIVA OTTENUTO UN POTERE DI RICATTO

La sua mossa spregiudicata è facilmente spiegabile con il potere di ricatto che ha ottenuto. Disponendo di un numero di senatori sufficiente per far cadere il governo, Renzi può dettarne l’agenda, i programmi e i tempi. La posizione che si è scelto, del resto, è piuttosto comoda. In effetti, può stabilizzare e destabilizzare a suo piacimento la coalizione da lui proposta perché libero da qualsiasi legame con i due maggiori contraenti, che sono ormai diventati avversari (soprattutto il Pd). Per questo, non avendo costrizioni di alcun tipo, può colpire i due alleati senza grossi problemi e ricattarli su qualsiasi provvedimento e poi, eventualmente, ricucire.

La scelta di uscire dal Partito democratico, insomma, gli permette di avere le mani libere e muoversi con tutta la spregiudicatezza di cui è capace. Ma non finisce qui poiché Renzi, con la sua pesca a strascico, sta cercando di garantirsi altri parlamentari pescando sia da Forza Italia che dal Pd. In tal modo Italia Viva potrebbe diventare definitivamente l’ago della bilancia dell’alleanza e l’ex premier potrebbe addirittura aspirare ad una staffetta con Conte. Sembra fantapolitica ma con Renzi mai dire mai. E chissà cosa uscirà dalla Leopolda che inizia venerdì prossimo…

 

Articolo pubblicato su atlanticoquotidiano.it

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Back To Top