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I 4 miliardi di tagli alla scuola non esistono, ecco perché

Bianchi Scuola Maturità

Dopo le polemiche dei giorni scorsi relative al presunto taglio di 4 miliardi delle spese per la scuola era intervenuto il Miur.

Tagli alla scuola per 4 miliardi. Questa la notizia che nei giorni scorsi è rimbalzata sulle pagine dei giornali e che ha destato le ire dell’opposizione secondo cui si andavano a colpire in particolare i docenti di sostegno per i bambini disabili. Peraltro, i dati sono relativi al bilancio pubblico riclassificato per “azioni politiche” allegato al disegno di legge di bilancio associato all’ultima manovra. Dunque sono noti da sei mesi ormai.

A fine dicembre il Corriere della Sera aveva evidenziato come le risorse per la scuola si sarebbero ridotte “a legislazione vigente, di 4 miliardi nel triennio, cioè di circa il 10%. Si passa da 48,3 a 44,4 miliardi nel giro di tre anni, con una riduzione delle risorse sia per l’istruzione primaria (da 29,4 a 27,1 miliardi di euro) che per quella secondaria (da 15,3 a 14,1 miliardi) – scriveva il quotidiano – . A determinare la flessione contribuisce in modo decisivo la riduzione dei fondi per gli insegnanti di sostegno, un miliardo nel ciclo primario, 300 milioni in quello secondario. In compenso si spenderà qualcosa in più per l’Istruzione universitaria (da 8,3 a 8,5 miliardi tra il ‘19 e il ‘21)”. Ma come stanno effettivamente le cose? Una risposta l’ha fornita, indirettamente, il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e Policy Maker ha chiesto delucidazioni ad Angela Colmellere, deputata leghista della commissione Cultura, Scienza e Istruzione.

LA RISPOSTA INFORMALE DEL MIUR

Lunedì scorso a placare gli animi ci hanno pensato fonti del Miur che hanno rilasciato alle agenzie una dichiarazione secondo cui non c’è “nulla di vero in merito al presunto ‘taglio’ di 4 miliardi in tre anni alla scuola”. “Per mera convenzione contabile – hanno spiegato -, la spesa per gli stipendi del personale docente e ATA a tempo determinato è iscritta solo per il primo degli anni scolastici interessati dal bilancio triennale. Per questo una lettura superficiale del bilancio potrebbe dare l’impressione che vi siano ‘tagli’ all’istruzione, in particolare per il sostegno che, come noto, è assicurato anche da un elevato numero di docenti ‘in deroga’, cioè assunti a tempo determinato”.

Insomma, per viale Trastevere, “non vi è alcuna riduzione di risorse. Tutti gli studenti con disabilità saranno, come sempre, affiancati, in classe, da un docente di sostegno, sia quest’anno sia nei prossimi”.

COLMELLERE (LEGA) A POLICY MAKER

“La questione è esattamente come descritta dalle fonti del ministero” sottolinea la parlamentare del Carroccio che ricorda la prassi di iscrivere il costo per le retribuzioni di personale Ata e di docenti a tempo determinato solo nel primo degli anni scolastici conteggiati nel bilancio triennale. Soprattutto, evidenzia Colmellere, non ci sarà “nessun taglio” alle spese relative alla “disabilità, argomento che più ci sta a cuore”. In sostanza, osserva, “si tratta soltanto di una procedura contabile che ha le sue regole ma che non ha nulla a che fare con l’indicazione di tagli”.

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