Forza Italia punta a portare in Aula già a gennaio la legge sulla rappresentanza di interessi, ma lo stop al mandato del relatore mette a rischio l’intero calendario parlamentare
Parte la corsa contro il tempo per la legge sul lobbying. Forza Italia vorrebbe far approdare la proposta normativa in Aula già a gennaio, secondo fonti di Policy Maker. Ma mancano ancora diversi tasselli per completare il puzzle della “Disciplina dell’attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi”.
LEGGE SUL LOBBYING, PAGANO VUOLE BRUCIARE LE TAPPE. IL RETROSCENA
Nazario Pagano (FI) vorrebbe calendarizzare il voto per la proposta di legge sul lobbying già a gennaio, secondo fonti di Policy Maker. Il piano di Pagano rischia però di naufragare. Infatti, ad oggi non è stato ancora votato il mandato del relatore. Un’assenza non da poco. Infatti, con questo atto la Commissione parlamentare approva il testo della proposta di legge (eventualmente modificato dagli emendamenti votati), incarica il relatore di riferire all’Assemblea e autorizza l’avvio della discussione in Aula. Senza questo fondamentale voto, la proposta non può proseguire il suo iter e non può essere calendarizzata per l’esame in Assemblea.
IL PRIMO BLITZ FALLITO
Non è la prima volta che il padre della legge cerca di bruciare le tappe per l’approvazione della norma che stabilisce principi e regole per garantire la trasparenza, la tracciabilità e l’accessibilità delle attività di rappresentanza di interessi. Infatti, nella seduta del 22 ottobre, Pagano aveva provato a far votare gli emendamenti collegati alla proposta, subito dopo aver ricevuto i pareri della I Commissione della Camera dei Deputati. Tuttavia, il deputato di Forza Italia ha fallito nell’impresa a causa dell’opposizione del M5S.
Il partito guidato da Giuseppe Conte ha criticato la scelta di non pubblicare i testi degli emendamenti, chiusi il 7 luglio, fino al giorno stesso della seduta. Si è preferito, infatti, far circolare gli atti in modo informale. Per questa ragione, Vittoria Baldino (M5S), intervenendo sull’ordine dei lavori, ha chiesto che l’esame delle proposte emendative venisse rinviato ad altra data, “in considerazione del fatto che il fascicolo definitivo contenente tali proposte emendative è stato messo a disposizione dei componenti della Commissione solo in data odierna, non risultando peraltro pubblicato sul sito web della Camera”.
Pur accogliendo la proposta, la deputata di Fratelli d’Italia, Augusta Montaruli, ha precisato “che la procedura di presentazione e di pubblicazione delle proposte emendative è del tutto corretta, tanto più che il fascicolo è stato messo a disposizione, per le vie brevi, dei componenti della Commissione già nel mese di luglio”.
EMENDAMENTI AL DL LOBBYING NELLA BUFERA
Due emendamenti approvati nel corso della seduta del 27 novembre dalla I Commissione Affari Costituzionali della Camera sono finiti nella bufera: i numeri 3.14 e 3.15 Urzì, presentati rispettivamente da Maria Elena Boschi e Alessandro Urzì. Le modifiche esonerano le organizzazioni dei datori di lavoro e i sindacati dalle nuove misure in materia di trasparenza previste dalla proposta di legge a firma di Nazario Pagano (FI) “Disciplina dell’attività di relazioni istituzionali per la rappresentanza di interessi” (2336).
Emendamenti che, secondo #Lobbying4Change, FERPI e UNA, rischierebbero di indebolire la coerenza complessiva del testo della proposta di legge, escludendo le organizzazioni dei datori e i sindacati dall’iscrizione nel registro pubblico dei rappresentanti di interessi, da obblighi di rendicontazione e dalle regole di condotta previste dalla proposta di legge. La coalizione chiede al Parlamento di introdurre correttivi al fine di “evitare modifiche che potrebbero ridurre l’impatto della riforma e limitarne la capacità di migliorare la trasparenza delle decisioni pubbliche”. Richieste che difficilmente verranno accolte, a quanto si dice nel Palazzo.

