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L’Upb valida il Def, ma prevede “forti rischi” per l’economia italiana

Dubbi dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) sulla crescita interna

Le previsioni contenute nel Def, il Documento di economia e finanza varato dal governo, si collocano in un “intervallo accettabile” ma lo scenario economico italiano è “soggetto a forti rischi”. E’ quanto scrive l’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) nella lettera di valutazione sul Def inviata al ministro dell’Economia Giovanni Tria.

COSA HA SCRITTO L’UPB

L’Upb, si legge nella lettera, valida le previsioni tendenziali per gli anni 2019-2022 trasmesse dal Mef il 22 marzo scorso, in quanto “esse si collocano in un intervallo accettabile allo stato delle informazioni attualmente disponibili, pur presentando non trascurabili rischi di al ribasso in considerazione dei molteplici fattori di rischio”. Infatti “lo scenario macroeconomico di medio termine dell’economia italiana appare soggetto a forti rischi, prevalentemente orientati al ribasso, sia di matrice internazionale e finanziaria, sia interni”. Tra le categorie di rischi che inducono alla cautela nelle previsioni, l’Upb cita il rischio di ulteriore peggioramento del contesto internazionale, il rischio di indebolimento della parte dell`offerta, e squilibri finanziari e avversione al rischio degli investitori.

DUBBI SULLE STIME DEL MEF

Riguardo alle stime del Mef, qualche dubbio l’Upb lo solleva sulle componenti interne della domanda. Secondo il Ministero, “la spesa per consumi delle famiglie replicherebbe nel 2019-2020 la crescita dell’anno scorso (0,6 per cento), ma nel biennio successivo tenderebbe ad accelerare lievemente; per il panel Upb invece i consumi rallenterebbero nel prossimo biennio, soprattutto nel 2021 (nella stima media la decelerazione sarebbe di mezzo punto percentuale), risentendo dell’inasprimento delle imposte indirette“.

 

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