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Perché il “manifesto” getta ombre sulla produzione scientifica del ministro Schillaci
Che cosa scrive il giornale comunista sul ministro della Salute
Una pesante tegola si abbatte sul ministro della Salute, Orazio Schillaci. Un’inchiesta del manifesto getta “diverse ombre sulla produzione scientifica” dell’ex rettore dell’Università Tor Vergata. Sembrerebbe che in alcuni articoli scientifici ‘pubblicati in tempi diversi e su diverse riviste scientifiche‘ siano state utilizzate “immagini di laboratorio – riferisce il giornale – perfettamente identiche per illustrare esperimenti diversi”.
Gli articoli in questione sono tutti firmati “da un’equipe di ricercatori tra cui spicca il nome del ministro Schillaci”. Per il manifesto “questa irregolarità getta un’ombra di dubbio sull’attendibilità delle ricerche in questione”.
Riportiamo alcuni passaggi degli articoli del manifesto firmati da Andrea Capocci: “Scambiare due immagini al microscopio in una pubblicazione scientifica ne mette inevitabilmente in discussione la validità, anche se non segnala necessariamente una frode. Perché può capitare a tutti di sostituire un file per errore. Quando la distrazione si ripete troppo spesso, tuttavia, dovrebbe scattare un campanello d’allarme in chi guida un laboratorio: tra i collaboratori potrebbe essercene uno troppo distratto o disonesto, a meno che tutta l’équipe non sia connivente con una vera e propria truffa”.
I CASI SOSPETTI DELLE RICERCHE PUBBLICATE DAL TEAM DI SCHILLACI (MINISTRO DELLA SALUTE)
“Le immagini sospette – riporta il Manifesto – sono almeno una decina in pubblicazioni relative al periodo 2018-2022 in cui l’attuale ministro è stato prima preside della facoltà di medicina dell’università di Tor Vergata e poi rettore dell’ateneo. Molti degli studi affrontano un tema delicato come la diagnosi e la cura del cancro”.
Il caso più problematico, secondo Capocci “riguarda una ricerca pubblicata nel 2021 sul Journal of Clinical Medicine dal gruppo di Schillaci (che nel testo se ne dichiara responsabile per la supervisione, l’ideazione, la metodologia e la stesura) in cui viene presentata un’immagine relativa a cellule di tumore alla prostata. Solo che quella immagine era già stata usata in un’altra pubblicazione del 2019 sull’International Journal of Molecular Sciences, sempre con la firma del ministro, riferita a cellule di tumore al seno. In quel caso Schillaci si attribuiva «solo» la validazione dei dati e la revisione del testo”. Il Manifesto poi elenca tutti gli altri casi sospetti.
LE PAROLE DEL MINISTRO DELLA SALUTE
La redazione del giornale ha contattato uno degli scienziati del gruppo di Schillaci, co-autore di tutte le ricerche in questione, il quale – viene riportato sul Manifesto – “non ha avuto difficoltà ad ammettere gli errori, derubricandoli però a incidenti di percorso sempre possibili in questi casi”. Contattato lo stesso ministro della Salute, ha così risposto al giornale: «Apprendo da voi in questo momento la notizia, non ne avevo conoscenza. Non sono esperto di microscopia elettronica, mi sono fidato di chi ha fornito quelle immagini. Verificheremo se effettivamente ci sono degli errori».
LE CONCLUSIONI DEL MANIFESTO
Scrive Andrea Capocci in due articoli separati dell’inchiesta odierna sul Manifesto: “Non è possibile stabilire chi abbia materialmente commesso errori o manipolazioni. Ma le regole della comunità scientifica sono chiare: chi guida un’équipe di ricercatori e ne firma gli studi, ha l’onere di vigilare sulla loro autenticità”, per poi aggiungere nel suo editoriale: “Ogni ruolo di vertice richiede una scelta netta tra la scienza e il potere. Forse è giunto il momento che anche Schillaci faccia la sua”.