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Mediobanca – Banca Generali, il ruolo del pontiere Paolo Ciocca

Poco noto alle cronache ma con un gran curriculum pare possa guidare il fronte anti-Nagel, ma senza fare tanto rumore. Almeno in questa fase

Nel risiko Mediobanca–Banca Generali, dove i voti contano ma i rapporti personali pesano di più, il nome che emerge dietro le quinte è quello di Paolo Ciocca.

CHI E’ CIOCCA E CHE RUOLO AVRA’ NEL RISIKO MEDIOBANCA-BANCA GENERALI

La sua parabola professionale è emblematica: da Consob alla presidenza di Open Fiber, incarico lasciato con l’aiuto decisivo di Giovanbattista Fazzolari, che ne ha favorito l’approdo alla guida di Italgas. Una traiettoria che lo ha portato a muoversi sempre su snodi strategici, a metà tra regolazione, infrastrutture e potere finanziario.

Formalmente indipendente nel board di Banca Generali, Ciocca ha visto crescere in queste settimane un rapporto di fiducia con Francesco Gaetano Caltagirone, uno degli uomini più ostili al fronte Nagel. Un legame che non intacca la sua indipendenza formale, ma che di fatto lo colloca tra quei profili capaci di dare sponda alla cordata contraria al CEO di Mediobanca.

Il suo ruolo, in definitiva, non è quello del frontman, ma del pontiere: abile a costruire passerelle tra mondi diversi – governo, grandi azionisti, istituzioni – e a influenzare in silenzio una partita da miliardi.

RETROSCENA DI PALAZZO

Chi lo conosce bene assicura che, pur restando sempre in seconda fila, Ciocca sappia muoversi con la calma di chi ha già visto parecchie tempeste. Ed è proprio questa discrezione a renderlo prezioso: nel gioco a scacchi di Mediobanca, c’è chi sospetta che il suo nome resterà ai margini delle cronache ufficiali, ma che tra i corridoi dei palazzi romani e milanesi venga già indicato come uno degli artefici silenziosi della resistenza anti-Nagel.

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