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La premier a Kiev entro il 24 febbraio, ecco chi l’accompagnerà

Consiglio Ue Viaggio A Kiev Meloni Zelensky

Si avvicina la data del primo anniversario dell’atroce invasione russa dell’Ucraina. C’è una forte sintonia tra Italia e Germania per difendere Kiev e continueremo a farlo finche quando sarà necessario aveva detto Meloni venerdì scorso, annunciando l’arrivo nella capitale prima del 24 febbraio.

Si chiude oggi la due giorni europea del Consiglio. Quello della riconferma dell’asse franco-tedesco e dei malumori della premier italiana Giorgia Meloni. Al vertice di Bruxelles, abbiamo raccontato su Start Magazine, “i capi di Stato e di governo dell’Unione europea, hanno trovato un accordo per fornire aiuti mirati, temporanei e proporzionati alle imprese, in modo da contrastare i sussidi statunitensi e cinesi alle tecnologie per le energie pulite e garantire al continente una capacità manifatturiera nei settori strategici per la transizione ecologica. Verrà inoltre aumentata la flessibilità dei fondi europei, per garantire un accesso equo ai mezzi finanziari e ridurre le disparità tra le capacità di spesa dei paesi dell’Unione”.

Ma in Italia il viaggio di Meloni ha fatto parlare per le polemiche sorte con Macron, reo di aver escluso l’Italia dalla cena pre-vertice e di aver mostrato a tutti che il vero asse pro-Ucraina è quello storico, quello franco tedesco.

SI AVVICINA IL PRIMO ANNIVERSARIO DI GUERRA

Intanto, il 24 febbraio è vicino e ciò significa che per allora saranno 12 mesi esatti dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Dopo mesi di raggruppamento delle truppe di Putin ai confini, la potenza ex sovietica ha rinnovato il conflitto con il paese granaio d’Europa dopo l’annessione della Crimea di nove anni fa.

Dopo i dissidi di ieri, secondi soltanto alle fratture già emerse tra Palazzo Chigi e l’Eliseo sulla questione migranti, è apparso chiaro come in queste settimane di allineamenti europei Roma sia più vicina – forse paradossalmente – a Berlino, al governo Scholz. Venerdì scorso, infatti, la premier insediatasi dopo il voto del 25 settembre scorso aveva detto che “c’è una forte sintonia tra Italia e Germania”. E, riportava Il Sole 24 Ore, “che hanno lavorato per sostenere «l’autodifesa di Kiev» e «continueremo a farlo finche quando sarà necessario» ha aggiunto Meloni che sarà in Ucraina «prima del 24 febbraio»”.

MELONI A KIEV ENTRO IL 24 FEBBRAIO

La data, allora si avvicina. E proprio stamani, in esclusiva per il sito delle Ferrovie dello Stato italiane ha parlato Oleksandr Kamyshin. Di chi si tratta? Del numero uno dei treni ucraini.

“Abbiamo ospitato 227 delegazioni e organizzato un viaggio memorabile per l’ex primo ministro italiano Mario Draghi a Kiev e ora stiamo aspettando il presidente Giorgia Meloni per rendere anche il suo viaggio eccezionalmente confortevole”, ha detto Kamyshin. Ricordando che i trasporti continentali e internazionali in questi mesi sono cambiati, riducendosi a quelli via rotaia.

CHI E’ OLEKSANDR KAMYSHIN

Oleksandr Kamyshin ha 38 anni, è il presidente delle ferrovie ucraine, già obiettivo numero due dopo Zelensky tra gli uomini da uccidere per i russi. Contabile e imprenditore, con la guerra è passato a dirigere un settore a dir poco cruciale per la logistica nazionale e internazionale.

Il 25 febbraio, dopo il via all’invasione putiniana, racconta l’intervista di stamani Kamyshin “scelse una squadra di sei manager che conoscessero palmo a palmo la mappa delle ferrovie e trasformò l’azienda nella spina dorsale del Paese: fondamentale per lo sforzo bellico, decisiva per trasportare persone, armi, merci e rifornimenti, cruciale per mantenere viva la diplomazia attraverso un treno dedicato e per esportare derrate alimentari bloccate per mesi nei porti”.

“La nostra disciplina ha fatto sì che gli iron people (uomini di ferro), come chiamiamo i ferrovieri in questi giorni, siano diventati un simbolo della resilienza civile”, racconta Kamyshin. Ricordando che nel suo operato serve attenzione ma anche flessibilità. Ma il suo è anche un lavoro pericoloso. “Durante la guerra sono morti 319 ferrovieri, 703 sono rimasti feriti e 123 hanno perso la casa. “Eppure, per quasi un anno, non ho ricevuto un solo rapporto su qualcuno che si è rifiutato di entrare nei turni. L’azienda è un luogo di professionisti dove la disciplina è rispettata come una virtù fondamentale”, aggiunge.

E proprio grazie a questo sistema, a questo spirito, l’Ucraina va avanti e cerca di stringere sempre più il legame con l’Europa e con i suoi leader.

Leggi anche: Macron contro Meloni e viceversa, la premier in seconda fila a Bruxelles

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