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Albanese

Perché la cittadinanza onoraria di Albanese potrebbe azzoppare il PD toscano nelle Regionali

Salta la seduta del Consiglio comunale di Firenze sulla cittadinanza a Francesca Albanese. Rinvio per “motivi personali” o strategico?

La proposta di rendere Francesca Albanese cittadina onoraria di Firenze ha alzato un polverone che rischia di spaccare il PD toscano. Intanto, ieri la segreteria della Presidente Stefania Collesei (PD) ha annullato l’imminente riunione del Consiglio per “motivi strettamente personali”. A pensare male, viene Il dubbio che il rinvio possa essere un escamotage per prendere tempo ed evitare uno scisma nel Partito Democratico toscano poco prima delle elezioni Regionali.

TUTTO RIMANDATO PER ALBANESE FIORENTINA ONORARIA

L’11 luglio il gruppo consiliare Sinistra Progetto Comune ha depositato una risoluzione per chiedere che il Comune di Firenze conferisca la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese. Nella stessa risoluzione, si propone anche di sostenere la candidatura del rappresentante dell’Onu al Premio Nobel per la Pace per la sua professionalità, l’impegno nei diritti umani, e il sostegno alla dignità dei popoli. Due proposte che hanno suscitato le critiche dell’opposizione comunale, ma anche (e soprattutto) della frangia opposta del Partito Democratico.

PERCHE’ IL VOTO E’ STATO RINVIATO?

A tre mesi di distanza dalla proposta di Sinistra Progetto Comune, dell’onorificenza non si vede neanche l’ombra. Ieri la Commissione consiliare 7 del Comune di Firenze, presieduta da Stefania Collesei (PD), avrebbe dovuto finalmente prendere in esame la proposta. Tuttavia, due ore prima dell’inizio, la riunione è stata rinviata a data da destinarsi.

“Su indicazione della presidente della commissione Stefania Collesei si comunica che per motivi strettamente personali la convocazione odierna è annullata”, recita così l’email inviata dalla segreteria della Presidente della Commissione Pace del Comune di Firenze ai membri del Consiglio comunale per giustificare il rinvio. Ma la vera ragione potrebbe essere un’altra: serrare le fila ed evitare scontri interni pericolosi in vista delle elezioni regionali in Toscana.

Non è un mistero la presenza di sensibilità differenti nel PD toscano. La questione Albanese ha messo il coltello nella ferita interna al Partito Democratico, spaccato dalle due principali correnti: schleiniani e riformisti. Per questa ragione, la presidente della Commissione potrebbe aver preso la decisione di rinviare la votazione per evitare uno scisma nell’anima toscana del partito a un passo dalle elezioni regionali.

CHI CRITICA IL RINVIO

Il rinvio ha attirato sulla presidente Collesei le critiche del suo stesso partito. Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune ha espresso indignazione per l’annullamento, sottolineando che la mozione è stata presentata l’11 luglio e che la decisione rischia di indebolire la democrazia istituzionale della città.

“La nostra mozione per la cittadinanza onoraria a Francesca Albanese è dell’11 luglio. Non abbiamo chiesto noi la sua calendarizzazione nella settimana del voto. Scegliere di annullare la seduta di oggi senza fornire motivazioni indebolisce la tenuta democratica della nostra istituzione e rischia di far crescere la rabbia in città”, ha commentato il consigliere, esprimendo “un sentimento di forte indignazione, chiederemo alla comunità ebraica un incontro e anche alla sindaca Funaro”.

“Io sarei stato a favore sul dare piena solidarietà ad Albanese. Sulla cittadinanza onoraria ci vuole una maggioranza qualificata che va prima ‘costruita’ politicamente. Oltretutto non credo che un tema così importante si sarebbe risolto, a livello di dibattito, in una sola commissione”, ha sottolineato il capogruppo Pd, Luca Milani, in corsa anche alle regionali come candidato.

L’OPPOSIZIONE ATTACCA

Secondo il consigliere forzista, Alberto Locchi, “l’assenza della presidente Collesei non sarebbe dovuta essere vincolante all’annullamento della commissione, esiste per questo un vicepresidente. Il mio personale pensiero è che non si volesse mostrare una spaccatura all’interno del Pd, negativa in particolare modo in clima pre-elettorale”.

Per il consigliere della lista Schmidt, Massimo Sabatini, “fino a pochi giorni fa erano tutti spavaldi su questo tema ed invece ora iniziano a scricchiolare. Le fratture fra schleiniani e riformisti marcano chiaramente la pochezza dell’ideologia infilata a forza dentro la politica. Serve un cambio in Toscana, non ne possiamo più di questa roba”.

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