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Perché le tensioni FI-Lega fanno tremare le giunte di Rocca e Occhiuto

Rocca

Le tensioni all’interno del centrodestra non si limitano al livello nazionale ma si riflettono con forza anche nei governi regionali

Le tensioni all’interno del centrodestra non si limitano al livello nazionale ma si riflettono con forza anche nei governi regionali, creando instabilità che rischia di minare l’azione amministrativa in diverse Regioni. Le maggiori fibrillazioni si registrano nel Lazio e in Calabria, dove Forza Italia e Lega sono protagoniste di scontri interni con Fratelli d’Italia e tra loro, in una dinamica che mette alla prova la solidità delle giunte guidate da Francesco Rocca e Roberto Occhiuto.

LE FIBRILLAZIONI NELLA GIUNTA ROCCA: FI CHIEDE PIU’ PESO

Nel Lazio, alla Pisana, ormai da mesi il governatore Rocca, vicino a Fratelli d’Italia, si trova sulla graticola. Forza Italia, rinvigorita da una campagna di reclutamento che ha portato il numero dei suoi consiglieri regionali da 4 a 7 (grazie all’arrivo di membri ex M5S e Lega), ha aumentato le richieste di maggiore rappresentanza e peso politico.

Questa crescita numerica ha spinto gli esponenti azzurri a chiedere la redistribuzione di cariche, avanzando pretese sia nei confronti di Fratelli d’Italia sia della Lega. Tuttavia, come era logico supporre, nessuno degli alleati ha steso tappeti rossi. Il partito di Giorgia Meloni, che detiene la leadership della coalizione regionale, si oppone e tergiversa. Il Carroccio, invece, resiste come può, considerata l’emorragia di voti e di eletti.

Le tensioni, però, si sono tradotte in blocchi concreti: i lavori del Consiglio regionale hanno subito rallentamenti significativi, con momenti di paralisi che hanno di fatto impedito l’attuazione di importanti provvedimenti, soprattutto in ambiti chiave come la sanità e l’economia. Nonostante illusori momenti di tregua, il clima rimane teso e instabile, complicando la gestione del governo regionale.

Il Foglio mette il dito nella piaga in casa del Carroccio “che pure nel Lazio non esiste praticamente più: se Forza Italia da mesi va chiedendo sempre più potere alla giunta Rocca, compromettendone la governabilità e arrischiandosi il ritorno al voto, è perché ormai ha i numeri per farlo. Grazie ai consiglieri soffiati alla Lega. Mentre due giorni fa era tempo di nomine, per i nuovi direttori del sistema sanitario regionale. Spartizione in piena regola: vengono assegnati due manager al Pd, due a FI, il resto a FdI. Chi è che non si vede? Salvini come i liocorni”.

CALABRIA: OCCHIUTO TRA AUTONOMIA E DEFEZIONI INTERNE

In Calabria, il presidente forzista Roberto Occhiuto affronta una situazione diversa, ma non meno complessa. L’astensione della Lega in Commissione Bilancio del Senato, che ha provocato lo stop a un emendamento di Forza Italia sulla sanità regionale, ha aperto una crepa nei rapporti tra gli alleati. Nonostante ciò, Occhiuto sembra confidare in una ricomposizione del dissidio, evitando per ora effetti gravi sulla tenuta della maggioranza.

Tuttavia, il Carroccio ha subito due pesanti defezioni: il consigliere regionale Pietro Molinaro è passato a Fratelli d’Italia, e Roy Biasi, sindaco di Taurianova ed ex esponente di spicco della Lega, ha scelto di aderire a Forza Italia. Questi episodi hanno segnato un indebolimento della Lega sul territorio, ma allo stesso tempo hanno complicato ulteriormente i rapporti con gli alleati, aumentando le tensioni interne al centrodestra.

LE TENSIONI TRA FI E LEGA OLTRE LAZIO E CALABRIA

Le fibrillazioni non si limitano al Lazio e alla Calabria. Forza Italia sta conducendo una campagna acquisti a livello nazionale, con risultati che hanno provocato frizioni in molte altre regioni. In Piemonte, ad esempio, un’intera compagine di consiglieri ex Lega e civici è passata a FI, destabilizzando gli equilibri locali. Stessa storia in Valle d’Aosta, dove un consigliere regionale della Lega ha cambiato casacca passando con gli azzurri.

La strategia di FI ha avuto ripercussioni anche a Roma, dove Rachele Mussolini (FdI) e Francesco Carpano (Azione) hanno effettuato di recente il trasloco tra le fila del partito di Tajani. Inoltre, situazioni di tensione si registrano in Campania, Abruzzo, Marche e Sardegna.

Questa situazione rappresenta una sfida cruciale per la leadership del centrodestra, chiamata a gestire le rivalità interne per evitare che i dissidi si trasformino in una slavina capace di travolgere le alleanze nei governi regionali.

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