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Perché il Piemonte è il banco di prova di Forza Italia

La corsa alla segreteria piemontese di Forza Italia entra nel vivo: Roberto Rosso sempre più vicino alla guida regionale, mentre Paolo Zangrillo rischia di restare fuori dai giochi. Il congresso del 2026 segnerà una svolta storica per il partito di Berlusconi

La corsa per la poltrona di segretario di Forza Italia in Piemonte sembra vicina alla fine. L’acclamazione di Roberto Russo durante la passerella degli Stati Generali sulla Casa sarebbe un’incoronazione anticipata, secondo Lo Spiffero. Il principale avversario, Paolo Zangrillo, non avrebbe i voti sufficienti a candidarsi. Nel frattempo, si gioca una partita importante per il futuro del partito. Ecco perché.

PERCHE’ IL CONGRESSO E’ UN PASSO STORICO PER FI

Il congresso regionale di Forza Italia, in programma per i primi mesi del 2026, sarà il banco di prova per il partito nato come “azienda” di Silvio Berlusconi. Infatti, è il primo esercizio di selezione dal basso per FdI. La domanda è: riuscirà a liberarsi della pesante eredità del suo fondatore per instaurare una vera dialettica interna? Un tentativo che, in ogni caso, potrebbe portare a un aumento sensibile delle tessere di partito in Piemonte, che oggi ammontano a 5.000. La proroga del termine d’iscrizione al 19 dicembre e il costo popolare (10 euro) rappresentano due potenziali incentivi. Attualmente, il controllo del fronte piemontese del partito è saldamente nelle mani dei referenti locali, che fanno tutti capo alla rete di rapporti costruita intorno al governatore Cirio. A Cuneo, che conta quasi 2.000 iscritti, la figura di riferimento è il vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Graglia; ad Alessandria il ruolo centrale è ricoperto da Ugo Cavallera; a Biella l’influenza principale resta quella di Gilberto Pichetto; nel Vercellese l’organizzazione è stata coordinata da Alberto Cirio. Ad Asti il punto di riferimento è Marco Gabusi, assessore regionale e stretto collaboratore del presidente Cirio.

A Novara spicca invece Annalisa Beccaria, ormai politicamente indipendente dall’ex parlamentare Diego Sozzani, oggi nello staff del ministro della Pubblica amministrazione. A Torino il principale riferimento è l’assessore regionale Andrea Tronzano, mentre in provincia il capogruppo a Palazzo Lascaris Paolo Ruzzola mantiene un ruolo secondario. Roberto Rosso ha stretto un accordo con Claudia Porchietto, attuale sottosegretaria regionale, nonostante in passato i rapporti tra i due siano stati conflittuali.

FI, ROSSO IN POLE PER IL PIEMONTE

Attualmente il favorito per la poltrona di segretario di FI in Piemonte sarebbe Roberto Rosso, responsabile nazionale del Dipartimento casa, edilizia sociale e riqualificazione delle periferie. Secondo Lo Spiffero, nonostante non possieda i voti sufficienti a vincere la sfida con il suo principale sfidante, il ministro della PA Paolo Zangrillo, Rosso potrebbe diventare segretario regionale grazie all’appoggio dei “caciucchi”. I referenti locali potrebbero infatti scegliere di schierarsi dalla sua parte, se convinti di poter condizionare il suo operato.

Nel corso degli Stati Generali sulla Casa, promossi escludendo i vertici regionali del partito, il coordinatore Paolo Zangrillo per primo, Rosso si è riservato l’intervento clou della mattinata, subito prima del discorso conclusivo del segretario nazionale Antonio Tajani. Discorso che si è concluso con un’acclamazione di “Rosso, Rosso” dalla platea.

QUANTE SPERANZE HA ZANGRILLO?

Zangrillo, ministro e commissario regionale, rischia di perdere la partita per la segreteria piemontese di FI. Infatti, non sarebbe particolarmente amato dalla base e dal gruppo dirigente, secondo Lo Spiffero.

“Freddo, distaccato, con un pizzico di boriosità, preferisce i weekend al mare alle riunioni nei circoli o al confronto sui territori. La sua gestione è stata accompagnata da una piccola corte dei miracoli (e di miracolati), come la definiscono i critici, senza troppo rispetto per i veterani del partito”, si legge sul sito.
Zangrillo rischia di trovarsi contro anche il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, per cui Rosso ha lavorato alla campagna elettorale per la presidenza della Regione Piemonte nel 2014, salvo poi abbandonarlo per Zangrillo dopo l’ingresso in Parlamento come deputato.

L’OSTACOLO DEL REGOLAMENTO DEL CONGRESSO

Il vero ostacolo tra Zangrillo e la segreteria regionale di FI sarebbe il nuovo regolamento congressuale, che impone a ogni candidato di raccogliere il 15% degli iscritti in ciascuna provincia. Una soglia che rappresenterebbe un ostacolo quasi insormontabile per il ministro, secondo diversi esperti. Non a caso, nel corso del vertice nazionale di martedì per analizzare il voto delle recenti elezioni regionali, Zangrillo si è opposto alla norma, alleandosi con la minoranza interna, composta dalla vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, dal vicepresidente della Camera Giorgio Mulè e dal deputato Alessandro Cattaneo. Il governatore Alberto Cirio, governatore piemontese e vicesegretario nazionale, invece si è schierato contro il suo segretario regionale. Alla fine, però, la regola è passata all’unanimità, con le sole astensioni di Ronzulli e Mulè.

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