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Prescrizione e Sicurezza: la partita a scacchi di Di Maio e Salvini continua
L’articolo di Alberto Ferrarese
Prima incassare, poi trattare. È la linea che Matteo Salvini ha dettato dal Ghana. Il ministro dell’Interno è rientrato dall’Africa e arriverà al Senato, dove questa mattina sarà votato il decreto legge sulla sicurezza, punto fondamentale delle politiche leghiste. Il governo ha posto la questione di fiducia, con l’inizio delle dichiarazioni di voto alle 9.30 e poi la chiama dei senatori. Il sì dell’aula pare scontato, nonostante le contrarietà dei ‘dissidenti’ del Movimento 5 stelle, ma il voto sarà anche l’occasione per misurare con i numeri la compattezza della maggioranza giallo-verde. “Dopo mesi di lavoro, arriva il voto finale al senato sul decreto sicurezza e immigrazione, con il quale vorrei regalare a questo paese un po’ di regole e un po’ di ordine”, ha scritto trionfante Salvini prima di partire.
IL NODO PRESCRIZIONE
Solo dopo aver marcato un punto importante a suo favore, Salvini potrà mettersi al tavolo per affrontare il nodo della prescrizione, su cui da ieri è braccio di ferro tra Lega e M5s. I pentastellati vogliono inserire nel ddl anticorruzione l’allungamento dei tempi di prescrizione, con una sospensione dei termini dopo la sentenza di primo grado. Per superare l’ammissibilità, ieri i relatori hanno ritirato l’emendamento, presentando uno identico, ma con l’aggiunta di inserire nel titolo “Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione” la dizione “nonché in materia di prescrizione del reato”. Una mossa che ha fatto infuriare l’opposizione, ma anche irritare non poco la Lega. “Se è così non lo votiamo”, assicura un deputato di prima fascia del Carroccio. Oggi la seduta delle commissioni riunite Giustizia e Affari costituzionali sono state rimandate più volte, per guadagnare tempo in attesa di una possibile soluzione. Salvini offre il suo ok alla riforma della prescrizione, ma in un ddl apposito. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (con il supporto di Di Maio) lo vuole subito, perchè un provvedimento ad hoc, nell’ingolfamento di fine anno del Parlamento, è il ragionamento del Guardasigilli, rischia di essere rimandato sine die. Conte cerca, come sempre, una mediazione, che però appare quanto mai difficile.
CHI PESA DI PIÙ SUL PIATTO DELLA BILANCIA DELL’ESECUTIVO
Questa volta, infatti, in ballo non c’è solo un provvedimento, per quanto importante. Ci sono i rapporti di forza all’interno dell’esecutivo. I sondaggi dei giorni scorsi che davano in calo i cinque stelle, infatti, hanno fatto scattare l’allarme nel Movimento. Di Maio è stretto tra la difficoltà nei rapporti con l’alleato e la crescente ‘fronda’ interna, che inizia a far sentire la propria voce. “Abbiamo subito troppo l’iniziativa e la comunicazione leghista – riflette un parlamentare M5s di prima fascia – e i risultati si vedono. Non possiamo più arretrare su questioni che per noi sono fondamentali come il tema della giustizia. Dobbiamo mostrare che il governo porta un cambiamento vero”. Per questo quell’emendamento sulla prescrizione è la linea Maginot dei cinque stelle, il limite che non può essere violato.