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Riduzione del danno da fumo, esperti: serve dialogo con regolatori e policy makers

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Gli obiettivi del Beating Cancer Plan comunitari non tengono in considerazione il principio della riduzione del danno da fumo. Gli scienziati però non ci stanno: “Per i fumatori il passaggio alle e-cig riduce i danni polmonari, passo cruciale per aiutare davvero i tabagisti a smettere”. L’ideale, concordano gli esperti, sarebbe replicare la collaborazione tra policy makers e comunità scientifica cui si è assistito durante la pandemia di Covid-19, con l’istituzione di comitati dedicati al tema

Ancora una volta assistiamo alla contrapposizione tra le istituzioni europee, che nei prossimi mesi potrebbero adottare una regolamentazione molto stringente sui prodotti alternativi alle sigarette, come ecig e prodotti a tabacco riscaldato, che li assimilerebbe di fatto ai prodotti da fumo convenzionale, e buona parte del mondo della scienza, che continua a sostenere che occorra legiferare tenendo per stella polare il principio della riduzione del danno da fumo. Anche perché, per gli esperti, sigarette elettroniche ed equipollenti costituirebbero una possibile exit strategy per i tabagisti che non sono ancora pronti a smettere col fumo. L’ideale, concordano gli scienziati, sarebbe replicare la collaborazione tra policy makers e comunità scientifica cui si è assistito durante la pandemia di Covid-19, con l’istituzione di comitati dedicati al tema.

RIDUZIONE DEL DANNO DA FUMO, GLI ESPERTI CHIEDONO UN ENTE AD HOC

Secondo gli esperti “chi non riesce a smettere di fumare non deve essere abbandonato dalle politiche sanitarie” e laddove c’è un ripetuto fallimento “l’uso di dispositivi alternativi meno nocivi avrà un effetto positivo per molti fumatori”. “L’evidenza scientifica – secondo gli scienziati che si occupano di e-cig e riduzione del danno – è attualmente abbastanza forte da sostenere che esistono prodotti alternativi al fumo meno dannosi rispetto alla sigaretta tradizionale”, per questo “riteniamo queste evidenze sulla riduzione del danno dovrebbero essere adottate come politiche complementari a quelle su controllo del tabacco”. Sono alcune delle dichiarazioni ascoltate nel summit sulla riduzione danno da fumo, presieduto da Dimitri Richter, capo del reparto di cardiologia dell’ospedale Euroclinic di Atene.

Per Richter, l’assenza di un vero e proprio ente regolatore sul tema, sull’esempio della Fda statunitense, complica le cose, cosi come il fatto che nel Piano europeo contro il cancro non sia inserita un’analisi sulla riduzione del danno. Un aspetto quest’ultimo, che è stato sviluppato da Paesi singoli, come la Svezia, ma sul quale manca uno sguardo europeo comune.

Massimo Caruso, ricercatore in Biochimica del Cohear co-project leader di ‘Replica’, ha invece detto: “Al Coehar abbiamo dimostrato, con due studi già pubblicati su questo tema, che per i fumatori il passaggio alle e-cig riesce a ridurre i danni anche sullo stato di salute polmonare”. Un tasto più volte battuto dagli esperti è stato quello che l’aumento “delle prove scientifiche, compresa la verifica indipendente dei dati che arrivano dalle aziende, una maggiore consapevolezza a tutti i livelli, la diffusione degli ultimi dati scientifici, sia un passo cruciale per aiutare davvero i fumatori a smettere e raggiungere gli obiettivi del Beating Cancer Plan“. Insomma, nel dibattito sulla riduzione del danno da fumo la comunità scientifica deve riunire allo stesso tavolo regolatori e policy makers per persuaderli dei benefici che possono derivare dai nuovi prodotti senza combustione. Il problema è che un simile tavolo, al momento, non esiste nel Vecchio continente.

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