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Risparmiometro, cos’è e come funziona

L’articolo di Gaia Del Pup per i-Com sul Risparmiometro, l’anagrafe dei conti correnti diventata ufficialmente operativa dopo l’approvazione da parte del Garante della privacy, del Mef e delle banche

Via libera al cosiddetto Risparmiometro: l’anagrafe dei conti correnti introdotta dal governo Monti nel 2012 e già testata nel periodo di imposta 2013-2014, diventa ufficialmente operativa dopo l’approvazione da parte del Garante della privacy, del ministero dell’Economia e delle Finanze e delle banche. Lo strumento per la lotta all’evasione avrà libero accesso ai conti correnti di tutti gli italiani e, in base a un algoritmo, sarà in grado di rintracciare differenze anomale tra quanto depositato negli stessi conti e le somme effettivamente dichiarate tramite 730 o Modello Unico. Analogo al Redditometro, la differenza con quest’ultimo sta nel fatto che a essere confrontate con le entrate saranno i risparmi invece delle spese effettuate.

COME FUNZIONA

L’algoritmo predisposto dall’Agenzia delle Entrate è in grado di verificare se il contribuente abbia speso più di quanto effettivamente guadagnato attraverso una verifica incrociata dei dati. In pratica, se i guadagni risultano quasi interamente depositati, scatta il controllo. La soglia oltre la quale si attiva la verifica prevede una sproporzione del 20% tra i guadagni e le spese del soggetto. Il presupposto su cui si basa il meccanismo del Risparmiometro è che il cittadino utilizzi parte dei guadagni per far fronte alle spese quotidiane, nel caso in cui questi vengano interamente accantonati si suppone che ci siano entrate non dichiarate con cui far fronte alle spese per casa, utenze, cibo e trasporti.

L’ITER DI CONTROLLO

Dopo la verifica del software sull’incongruenza tra quanto dichiarato e quanto depositato scatta la fase del contraddittorio preventivo. Il soggetto a cui viene mossa la contestazione viene convocato da un funzionario dell’Agenzia delle Entrate per permettergli di dimostrare la regolarità dei risparmi e provare che non derivano da evasione fiscale. Se il cittadino non è in grado di giustificare l’ammontare dei guadagni accantonati in maniera convincente, inizia la fase di accertamento fiscale che, in caso di illecito, si concluderà con una sanzione. Il procedimento tuttavia, anche nella fase iniziale, non sarà completamente automatizzato. Infatti, una volta scattato il controllo dell’algoritmo, ci dovrà comunque essere un’ulteriore verifica da parte di un operatore fisico. Questo vincolo, imposto dal Garante della Privacy, obbliga gli enti coinvolti nella verifica a delegare i propri funzionari a procedere ad un secondo riscontro sui risultati prodotti dal software prima di avviare la procedura di controllo fiscale.

I SOGGETTI COINVOLTI

Se durante il periodo sperimentale di funzionamento del sistema, nel 2013-2014, il controllo del Risparmiometro è stato ristretto ai conti correnti delle società a responsabilità limitata, ora tutti i conti correnti degli italiani saranno sottoposti a verifica. Il controllo fiscale è rivolto a tutti i contribuenti e sarà operativo anche su rapporti finanziari, conti deposito, azioni, obbligazioni, libretti postali, fondi pensione, buoni fruttiferi e carte di credito. Il controllo inoltre potrebbe non essere limitato solo all’anno in corso ma è probabile che risalga fino al 2014.

 

Articolo pubblicato su i-com.it

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