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Smart working, come sarà regolamentato il lavoro agile. Le novità del Protocollo

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Il documento sullo smart working prevede che la giornata lavorativa in modalità agile si caratterizzi per l’assenza di un preciso orario di lavoro e per l’autonomia nello svolgimento della prestazione, con l’individuazione di una fascia di disconnessione

Prosegue l’iter per la finalizzazione del protocollo nazionale sul lavoro agile nel settore privato, che l’emergenza pandemica ha reso più urgente che mai, dato che quel documento dovrà regolamentare qualcosa che in Italia soltanto fino al 2019 praticamente non esisteva: ovvero il telelavoro, o smart working. Il documento, attualmente in studio al ministero del Lavoro, dovrà fissare un quadro di riferimento contenente le linee di indirizzo per la contrattazione.

La prima bozza, sulla quale il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha chiesto questa settimana ai sindacati e ai rappresentanti dei datori di fare le loro osservazioni per poi cercare un accordo conclusivo entro il 3 dicembre prossimo, prevede l’adesione del lavoratore su base volontaria. Quest’ultima sarebbe subordinata alla sottoscrizione di un accordo individuale che indichi la durata, l’alternanza tra i periodi in presenza e a distanza, gli strumenti di lavoro, i tempi di disconnessione, con garanzia della parità di diritti e di trattamento per il “lavoratore agile”.

Tra gli altri contenuti della bozza, il fatto che la giornata lavorativa in modalità agile si caratterizzerebbe per l’assenza di un preciso orario di lavoro e per l’autonomia nello svolgimento della prestazione, con l’individuazione di una fascia di disconnessione nella quale il lavoratore non fornirebbe la prestazione lavorativa. La strumentazione tecnologica e informatica sarebbe fornita dal datore di lavoro, che si farebbe carico anche delle spese di manutenzione e di sostituzione.

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