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Stop trivelle, emendamento ancora in forse. Pesano dubbi anche su impatto mancato gettito

Il M5s insiste per stop trivelle ed è braccio di ferro con la Lega. Nonostante il nuovo emendamento Castaldi, un compromesso sembra ancora lontano

“Un compromesso non soddisfacente”. Per la Lega la questione trivelle non è stata risolta dal nuovo emendamento al decreto Semplificazioni (a firma Gianluca Castaldi) presentato ieri a tarda sera dal Movimento 5 stelle per cercare di sbloccare l’impasse sulle ricerche di idrocarburi in mare. Castaldi sui social esulta: “Mio emendamento Trivelle blocca 36 concessioni! Stiamo lottando, sarà una lunga giornata! Ps: aumentiamo finalmente anche i canoni!”.

 

Ma nonostante l’entusiasmo del ‘padre’ della correzione, la fine del braccio di ferro con la Lega non pare a portata di mano e per questo e altri problemi l’esame in Aula del decreto slitta a domani.

COSA PREVEDE L’EMENDAMENTO CASTALDI

L’emendamento di Castaldi intendeva sbloccare la questione, dopo l’irrigidimento che si era creato nella maggioranza dopo la modifica che era stata messa a punto dal Ministero dello Sviluppo economico, che aveva deciso la sospensione per tre anni dei procedimenti prendenti (inizialmente 36) in attesa della presentazione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (Ptesai). Il nuovo testo pentastellato cerca di arrivare a una soluzione di compromesso. Per 24 mesi, in attesa del Piano, vengono “sospesi” i procedimenti per il conferimento “di nuovi permessi di prospezione o di ricerca o di concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi”. Stessa sorte per tutte le attività di prospezione e ricerca “in corso”. In totale le concessioni bloccate saranno 36 quest’anno e 31 l’anno prossimo. Non si fermano, invece, i procedimenti “in corso o avviati dopo l’entrata in vigore del decreto”, che riguardino la “proroga delle concessioni di coltivazione di idrocarburi in essere”. Previsto anche l’innalzamento dei canoni, cosa che servirà per l’appunto a finanziare la redazione del Ptesai. Secondo Per l’Energia nazionale, pagina community di Facebook , la redazione del Piano costerà 2 milioni di euro per il coinvolgimento dell’Ispra e delle amministrazioni interessate, più gli oneri relativi alla gestione delle osservazioni. Senza dimenticare, come rileva la Ragioneria dello Stato, i costi non prevedibili (ma possibili) per gli eventuali contenziosi e richieste di indennizzi in fase di attuazione.

https://www.facebook.com/notes/per-lenergia-nazionale/i-conti-non-tornano-energia-nazionale-fa-le-pulci-alla-relazione-tecnica/384783755666818/

TIENE IL PUNTO IL M5S MA LA LEGA NON CI STA

Per il Movimento 5 stelle, che in Puglia proprio sulle trivelle e sul caso Xylella si gioca fette ampie dei suoi elettori, il nuovo testo è il massimo che si può concedere. “L’emendamento così è e così resta”, afferma sicuro il capogruppo Stefano Patuanelli. Ma la Lega non ci sta. Del resto l’impostazione del Carroccio è del tutto opposta e a favore delle ricerche in mare. “Non si può – spiega Paolo Arrigoni, membro della Commissione Ambiente di Palazzo Madama – avere il 100% di rinnovabili. La decarbonizzazione non si fa domani ma é un processo. Sospendere i permessi già rilasciati o revocarli significa cambiare le regole del gioco con il rischio di perdere credibilità e posti di lavoro”.

SCONTRO GIALLOVERDE SULLE TRIVELLE

“Sulle trivelle, quella tra Lega e Movimento 5 Stelle, è una visione non conforme”, ammette il sottosegretario allo Sviluppo economico Andrea Cioffi, che deve trovare una soluzione. Contatti sono in corso in queste ore tra senatori delle due parti, ma al momento le posizioni sono distanti. Tanto che l’emendamento, spiegano fonti leghiste, potrebbe essere accantonato in sede di commissione e sulla materia potrebbe arrivare, dopo un vertice, un nuovo emendamento del governo direttamente in Aula.

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