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Tav, sicurezza, autonomia e flat tax: le sfide di Salvini nel Governo

Governo Conte

Tav, Sicurezza, autonomia e flat tax. Ecco  i temi cari alla Lega – nonché i nodi da sciogliere – su cui Salvini punta per ribadire la propria leadership

È lui il vincitore della tornata elettorale e sarà lui a dettare l’agenda dell’esecutivo delle prossime settimane. Anche, e soprattutto, sui temi caldi che negli ultimi tempi avevano creato più di qualche frizione tra le due forze che guidano il Paese. E Matteo Salvini non ha di certo perso tempo per ricordarlo Urbi et orbi: “Ora si fa come dico io” ha detto il leader della Lega durante la conferenza stampa di ieri, a poche ore dalla notizia che il Carroccio è diventato il primo partito in Italia.

Il numero uno del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, ha risposto chiedendo un vertice di governo al più presto. Evidentemente nel tentativo di trovare accordi che gli consentano di proseguire l’avventura a Palazzo Chigi e di non essere disarcionato dal cavallo pentastellato, quanto mai imbizzarrito nonostante l’ascolto dei Canti Gregoriani come auspicato ironicamente ieri dal suo padre nobile, Beppe Grillo.

Ma vediamo quali sono i temi cari alla Lega – nonché i nodi da sciogliere – su cui Salvini punta per ribadire la propria leadership. Si potrebbe cominciare già giovedì con un Consiglio dei ministri in cui discutere i punti rinviati nell’ultimo Cdm, a partire dal decreto sicurezza bis. Occhi puntati anche sul decreto Sblocca cantieri che è tornato alle commissioni riunite Lavori pubblici e Territorio e Ambiente del Senato e che entro il 18 giugno deve essere licenziato da Palazzo Madama e fare ritorno alla Camera, dove presumibilmente non ci sarà tempo per le modifiche, pena la non conversione in legge visto che è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il 18 aprile. In questo provvedimento, come vedremo, potrebbe trovare spazio anche qualche novità sulla Tav.

SICUREZZA

Il decreto è pronto “per diventare legge dello Stato” ha avvertito ieri Salvini. Si tratta del nuovo testo riveduto e corretto dai tecnici del Viminale dopo le osservazioni del Quirinale. In sostanza, è sparita la norma che prevedeva multe per le navi di soccorso che venissero trovate con migranti a bordo. Restano invece l’ipotesi della confisca dell’imbarcazione e le sanzioni per comandante, armatore e proprietario della nave che violi i trattati internazionali e le limitazioni previste dalla legge. Spunta invece un’altra novità: il ministero dell’Interno, per motivi di ordine pubblico, potrà bloccare le navi in acque italiane “di concerto” con altri ministeri competenti, Difesa e Trasporti, e dopo aver informato il presidente del Consiglio.

Il Cdm del 21 maggio scorso aveva portato a un nulla di fatto e lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva sollevato dubbi di costituzionalità. Il giorno seguente Conte e Salvini avevano incontrato il capo dello Stato, Sergio Mattarella, e si era deciso di rinviare l’esame del dl dopo il voto di domenica. Nel frattempo si è fatto sentire anche l’Onu secondo cui si tratta di un provvedimento da bloccare.

TAV

Altra priorità nella lista della Lega la prosecuzione della Tav come ribadito ieri dal viceministro del ministero dell’Economia, Massimo Garavaglia. Un messaggio diretto al Movimento, che si è sempre schierato contro la costruzione della tratta di alta velocità, a differenza dell’opposizione presente in Parlamento, a cominciare da Partito Democratico e Forza Italia.

Del resto, Salvini aveva avvertito i compagni di viaggio: se la Lega andrà al governo in Piemonte “sarà un messaggio per la prosecuzione delle grandi opere”. Il 9 marzo scorso Conte aveva escogitato un (fragile) compromesso politico: nessuno stop ai bandi di gara in corso di pubblicazione per la Tav con l’impegno a ridiscutere il progetto con il presidente francese Emmanuel Macron.
A questo punto si potrebbe far presto e cogliere al volo un’occasione. Come si diceva, in commissione Lavori Pubblici al Senato è all’esame il decreto legge Sblocca cantieri – che deve essere convertito in legge entro il 18 giugno – e secondo il Sole 24 Ore potrebbe arrivare un emendamento, prima firma Simona Pergreffi, che conferma la priorità dei grandi corridoi europei Ten-T, tra cui c’è proprio la tratta Torino-Lione.

FLAT TAX

Altro cavallo di battaglia leghista è la Flat tax che Salvini vorrebbe inserire già nella prossima Legge di Bilancio con una prima aliquota del 15% per i redditi più bassi. Secondo le stime del Carroccio la misura costerebbe circa 15 miliardi. Per i pentastellati le priorità in tema fiscale sono il salario minimo e l’abbattimento del cuneo per le imprese ma ieri Di Maio, durante la conferenza stampa post voto, ha mostrato grande apertura che fa presagire un rapido sì magari di pari passo con il via libera al salario minimo, se possibile entro agosto per i Cinquestelle. La proposta di legge relativa è in discussione in commissione Lavoro al Senato, prima firmataria Nunzia Catalfo (M5S).

AUTONOMIA

Novità potrebbero arrivare anche dalla partita sull’autonomia dove si registra uno stallo che non piace ai potenti governatori del Nord, Luca Zaia in Veneto e Attilio Fontana in Lombardia. Un’impasse dovuta all’opposizione del Movimento il quale intende tutelare il Sud del Paese, che lo ha ripagato con un’emorragia di voti. Le bozze del provvedimento sono pronte da metà febbraio e il ministro per gli Affari regionali, Erika Stefani, scalpita da tempo e chiede di non creare allarmismi ribadendo come si tratti di un diritto delle Regioni previsto dalla Costituzione. In particolare, l’autonomia regionale riguarderà la sanità con norme sull’assetto istituzionale, l’organizzazione ospedaliera, i ticket e le infrastrutture con questioni come la regionalizzazione delle linee ferroviarie locali e il finanziamento del Tpl. Altri capitoli poi sono relativi all’energia, al demanio marittimo e idrico e ai beni culturali. La riforma dell’autonomia regionale è nel contratto di governo fra Lega e Cinquestelle e ora anche questo tema potrebbe trovare spazio a breve in Cdm.

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