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Turismo, alla Camera inizia l’iter della delega

Beni Culturali Romani

Relatrice in commissione Attività produttive Giorgia Andreuzza (Lega). Previsto il varo del codice identificativo nazionale delle strutture ricettive

Arriva in Parlamento la delega al governo per il turismo che aveva ricevuto il via libera del Consiglio dei ministri a fine febbraio. Il disegno di legge ha cominciato la settimana scorsa l’iter in commissione Attività produttive alla Camera, relatrice la deputata leghista Giorgia Andreuzza. L’esecutivo ha dunque due anni di tempo per adottare uno o più decreti legislativi in materia. Tra le novità più rilevanti il varo del codice identificativo nazionale delle strutture ricettive.

COSA PREVEDE LA DELEGA

Nello specifico, come chiarisce l’articolo 1, il governo deve seguire questi criteri: “organizzare le disposizioni per settori omogenei o per specifiche attività o gruppi di attività” rivedendo e aggiornando il codice della normativa statale in tema di ordinamento e mercato del turismo; coordinare il testo delle disposizioni legislative vigenti; adeguare e semplificare il linguaggio normativo; indicare le norme da abrogare; prevedere l’obbligo, per le pubbliche amministrazioni, di “rendere facilmente accessibili le informazioni, i dati e la modulistica”.

Spazio poi all’armonizzazione delle norme nazionali con il diritto europeo lavorando su più fronti: riordinare la normativa per quanto riguarda le professioni turistiche e rivederla in merito alla classificazione delle strutture alberghiere; individuare fabbisogni e e semplificare raccolta e monitoraggio dei dati per migliorare la qualità dell’offerta turistica e per istituire un codice identificativo nazionale.

Sui decreti legislativi, che saranno adottati su proposta del presidente del Consiglio, del ministro per la Pubblica amministrazione e del ministro per le Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo, sarà necessario il parere del Consiglio di Stato.

Dall’attuazione della delega, specifica l’articolo 2, non devono derivare nuovi oneri a carico della finanza pubblica.

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