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Tutte le complicazioni del Dl Semplificazioni. Non solo trivelle…

M5s e Lega in disaccordo sulle trivelle, si cerca difficile intesa sul Dl Semplificazioni

Il disaccordo tra Lega e M5s sulle trivelle e sull’end of waste blocca il percorso in Senato del decreto semplificazioni, che sta assumendo sempre più i connotati di un provvedimento “omnibus”.

L’avvio delle votazioni sugli emendamenti, circa mille, nelle commissioni Lavori Pubblici e Affari Costituzionali del Senato sono slittate: domani ci saranno le comunicazioni sulle inammissibilità e probabilmente si dovrà attendere giovedì o venerdì perché si entri nel vivo. Per questo il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro non ha escluso che si lavori nel fine settimana. L’arrivo del testo in aula a questo punto è previsto per martedì e il governo sta valutando la possibilità (elevata) di porre la fiducia.

NON SOLO TRIVELLE

A determinare il rinvio sono alcuni provvedimenti “sensibili” su cui Lega e M5s non sono d’accordo. Il primo è quello sulle Trivelle. Dopo le proteste per tre permessi di ricerca rilasciati nel Mar Ionio alla compagnia statunitense Global Med Llc, il Ministero dello Sviluppo economico ha elaborato un emendamento al dl semplificazioni per una “moratoria” delle attività upstream. Dunque “con un termine massimo di tre anni, saranno sospesi i permessi di prospezione e di ricerca già rilasciati, nonché i procedimenti per il rilascio di nuovi permessi di prospezione o di ricerca o di coltivazione di idrocarburi”. Dunque, in attesa dell’introduzione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (Ptesai), saranno sospese 36 richieste pendenti. Un’impostazione che la Lega respinge senza mezzi termini e tra le due componenti della maggioranza è in corso un confronto aspro, prima che l’emendamento sia depositato. “Revocare concessioni importanti, dietro alle quali ci sono programmazioni e investimenti miliardari, equivale a dire al mondo che siamo un Paese che non rispetta gli accordi e nessuno investirà più da noi. Tra il passato e il futuro c’è il presente ed oggi non possiamo permetterci di giocare con la crescita economica e l’occupazione”, afferma il sottosegretario leghista all’Ambiente Vannia Gava. Due posizioni su cui è difficile trovare una sintesi.

ANCHE END OF WASTE

Altro tema “caldo” è quello dell’end of waste. Con questo termine si intende, in sostanza, la definizione del processo con cui un rifiuto finisce di essere tale e diventa un nuovo prodotto. Si tratta di una definizione introdotta dalla direttiva quadro europea sui rifiuti del 2008 e che mira a dare una accelerazione al riuso e all’economia circolare. Su questo le due parti della maggioranza stanno procedendo in ordine sparso e in direzioni differenti. Gli emendamenti annunciati sul tema sono due, uno del M5s e uno della Lega. Entrambi puntano ad accelerare sulla definizione dei criteri. Ma sul come farlo la divergenza è notevole. E del resto un primo tentativo di intervento in manovra era naufragato. In pratica i pentastellati vorrebbero affidare al Ministro dell’Ambiente la definizione dei criteri tramite un decreto di natura non regolamentare. Al contrario per il Carroccio dovrebbero essere le Regioni a valutare e individuare i criteri. Due impostazioni totalmente differenti, su cui si sta cercando un difficile accordo che eventualmente potrebbe essere racchiuso in un emendamento dei relatori. Ma non è escluso, spiegano fonti di maggioranza, che alla fine anche questa volta tutto possa essere rinviato.

TUTTI D’ACCORDO SULL’IRES

Un intervento su cui, invece, non ci dovrebbero essere problemi è quello sull’Ires per il terzo settore. Le agevolazioni fiscali per il volontariato erano “saltate” in legge di Bilancio. Un “errore” dovuto alla fretta, ha ammesso il premier Giuseppe Conte che ha spiegato quale sarà il profilo dell’intervento dell’esecutivo che sarà inserito nel decreto: “Ripristiniamo il regime fiscale agevolato e acceleriamo l’introduzione del Registro unico nazionale e l’avvio della Cabina di Regia in modo da attuare presto il Codice del Terzo settore“, che interverrà anche nella materia fiscale. Un rinvio su cui nessuno si oppone.

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